Le autorità scolastiche regionali hanno fatto partire la circolare indirizzata ai Provveditorati di tutto il Veneto: controlli a tappeto su punteggi, abilitazioni e titoli, sia dei collaboratori scolastici, cioè i bidelli, sia del personale amministrativo che lavora nelle segreterie. Ma solo quello proveniente dalla Campania. E c’è un perché. L’allarme è scattato quando una scuola di Garda, in provincia di Verona, ha segnalato anomalie riguardanti la verifica di certi dati personali circa le nuove assunzioni.
Funziona così: quando una scuola si ritrova con un posto per personale non docente vacante, per coprirlo si riferisce ad una graduatoria; contratto a tempo determinato di tre anni rinnovabile. Quando la scuola di Garda si è messa in moto per le verifiche per la convalida del punteggio del personale Ata 2018/2021 si è accorta che qualcosa non quadrava; come scrive Il Messaggero: “Qualsiasi tentativo di accedere a info e documentazioni si è rivelato un vicolo cieco. E nei rari casi in cui di documentazione se n'è trovata in abbondanza, sono punteggi e riscontri a lasciare perplessi”.
Ed è qui che entra in gioco la Campania, come nel caso dell’istituto paritario Voltaire di Napoli, già al centro di diverse inchieste da parte della Procura partenopea. Ha insospettito non poco infatti una improvvisa ondata di persone, 250 circa da tutta Italia, che tra il 2011 e il 2013, dopo aver spostato la residenza a Napoli, si sono iscritti ed hanno ottenuto il diploma col massimo dei voti nel suddetto liceo avendo frequentato poco o affatto le lezioni (costo totale 5mila euro). O anche chi è uscito dal tecnico paritario De Nicola di San Giuseppe Vesuviano ha fatto insospettire l’istituto veronese, che quando ha composto il numero della scuola dall’altro lato del telefono ha sentito rispondere un’abitazione privata. La storia è stata raccontata anche dal Gazzettino.
Stessa storia per la Scuola paritaria San Remigio di Nocera Superiore, che non avrebbe mai versato alcun contributo all’Inps, e se si chiama il numero risponde una ludoteca. Insomma, la scuola di Garda ha raccolto abbastanza materiale per farsi venire perlomeno il sospetto che qualcosa non fosse in regola. D’altra parte basta sfogliare di qualche mese la cronaca locale per ritrovare la storia di un’inchiesta da parte della Guardia di Finanza risalente allo scorso febbraio riguardante proprio scuole fantasma della zona del Vesuvio, create solo sulla carta per fornire la documentazione valida al personale Ata.
Il sistema scolastico veneto comunque ora ha alzato la guardia e i presidi di tutti gli istituti sotto la sua giurisdizione dovranno fornire fino all’ultimo dato non solo del personale nell’occhio del mirino ma anche di chi ha presentato domanda di ammissione. Pare che siano già diversi i casi venuti a galla di bidelli cui nascita, provenienza e residenza fatichino a quadrare, in quei casi i reati a loro attribuibili sarebbero di falso ideologico, falso materiale in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato.