Sono stati appena due i giorni di tregua nel bellunese, giusto il tempo di guardarsi intorno e rendersi conto dei danni immensi, per certi versi irreparabili, provocati dall’alluvione che si è abbattuta sulla zona del comune veneto.
Il conto delle vittime direttamente in seguito alla catastrofe si ferma a due: il corpo del padovano Sandro Pompolani è stato ritrovato sotto una pianta, quello di Ennio Piccolin nella piena di un torrente. Ma anche Valeria Lorenzini ha perso la vita, schiacciata da un’altra pianta che stavano abbattendo per evitare che potesse provocare altri danni.
Servizi azzerati, mancano elettricità, acqua e telefoni
I servizi al momento sono azzerati: interi abitati sono totalmente isolati, a corto di collegamenti viari, energia elettrica e linee telefoniche; la gente si rifugia nelle scuole e nelle palestre messe a disposizione dai comuni per lavarsi o ricaricare il cellulare.
Fortunatamente nella zona sono ancora frequenti le case che utilizzano la stufa a legna, perché da lunedì la maggior parte dei cittadini non ha riscaldamento e nemmeno acqua calda.
Interi abitati ancora isolati
Secondo la prefettura di Belluno infatti sono in arrivo 300 generatori che dovrebbero bastare a ridare vita perlomeno agli edifici pubblici, comprese - e hanno destato particolarmente preoccupazione - le case di riposo. La viabilità è ridotta all’osso, circa trenta arterie principali sono impraticabili, ma a prescindere dallo stato di salute delle strade è lo stesso sindaco della Val di Zoldo Camillo De Pellegrin a consigliare di non girare in macchina più del necessario, in considerazione della prospettiva di nuove piogge torrenziali.
Dalla sua pagina Facebook aggiorna costantemente i suoi concittadini sulle condizioni della viabilità.
I social come è successo spesso in altre situazioni di emergenza si sono rivelati utilissimi per comunicare e coordinare gli aiuti all’interno di una comunità, in rete in questo momento c’è chi offre alloggio o riscaldamento e sono naturalmente quei pochi fortunati soltanto sfiorati dalla tragedia e in molti, come scrive il Corriere del Veneto, chiedono più attenzione domandandosi come mai i Tg preferiscano parlare dello yacht di Berlusconi Jr. anziché del loro stato di emergenza.
Desta enorme preoccupazione la frana del Tessina a Lamosano, che con i suoi 4 milioni di metri cubi è la grande frana attiva d’Europa; ieri, la metà di questo 'mostro' si è mossa, spostando terra, rocce e alberi proprio sopra la testa degli abitanti di Lamosano e Funes: se venisse giù sarebbe un disastro. Nel frattempo la pioggia non accenna a calmarsi, anzi: a peggiorare la situazione giovedì Belluno si è svegliata innevata e ciò ovviamente non può far altro che rendere ancora più complessi gli spostamenti e l’intervento dei mezzi di emergenza.
Viabilità critica nel Comelico e nel Cadore
A Lamosano sono immediatamente intervenuti i tecnici e la macchina della protezione civile si è già messa in moto. Ma i danni che si possono già notare ad occhio nudo sono enormi, come scrive il Corriere delle Alpi “la provincia di Belluno come era fino a domenica non esiste più". Il sindaco di Taibon dice che la Valle di San Lucano, gioiello Unesco, è distrutta, Interi boschi della Val Visdende, del Cansiglio, dell'Agordino, del Feltrino sono stati rasi al suolo, strappati i cavi elettrici e danni incalcolabili per il legname: migliaia di alberi abbattuti dal vento e dalle piogge non potranno essere recuperati prima dell'inverno e per la primavera quel legno non varrà più niente.
Frane piccole e grandi che hanno sfregiato i versanti delle montagne, la gola dei Serrai di Sottoguda e della zona di Malga Ciapela ai piedi della Marmolada è stata cancellata. Milioni e milioni di euro investiti in piste ciclabili sono stati travolti dalle piene dei torrenti. Progetti legati al turismo per milioni di euro ora sembrano senza scopo, quando manca l'essenziale: strade, sicurezza, luce".
Disastrosa la situazione nel Comune di Auronzo di Cadore. Misurina è rimasta completamente isolata e senza elettricità da lunedì sera. Solo nel primo pomeriggio di mercoledì è stata liberata dalle frane la statale 48, scrive BellunoPress, chiuso il Passo Tre Croci e inagibile la strada verso Dobbiaco.
Tra Misurina a Carbonin una frana ha interrotto la strada presso il Rio Popena e ha abbattuto un ponte stradale. La viabilità verso il Comelico è stata ripristinata attraverso la riapertura del Passo San Antonio. Ripristinata anche la strada per il Centro Cadore.
In via precauzionale il Bim, che gestisce gli acquedotti, consiglia di non utilizzare l’acqua potabile.