Gli automobilisti che ogni giorno percorrono i 68 chilometri del Grande Raccordo Anulare di Roma potranno contribuire con i propri telefonini a monitorare lo stato di salute di ponti e viadotti grazie a una app messa a punto da Anas e Mit di Boston. Lo racconta oggi il quotidiano La Repubblica.
Negli smartphone ci sono accelerometri in grado di misurare lo spostamento del telefono sui tre assi e di registrare una serie di altri dati comprese le vibrazioni, racconta il quotidiano. Grazie a loro si può intuire la salute di una rete stradale, inclusi i ponti, oltre a quello dell’asfalto che li ricopre. Bisogna immaginare un’app, che Anas lancerà entro giugno, istallata su decine se non centinaia di miglia di smartphone che raccoglieranno dati, vibrazioni in particolare, collegandoli alla posizione stabilita dal gps. A Boston tre ricercatori tracceranno un "elettrocardiogramma" in costante evoluzione del Gra integrando le misurazioni di altri due tipi di sensori più sofisticati: i 1200 fissi che verranno istallati da febbraio e quelli mobili sulle dieci auto di servizio di Anas che circolano quotidianamente su Gra e A91. Quest’ultima collega la capitale all’aeroporto e fra le 24 opere tra viadotti, sottovia e cavalcavia, una è firmata dall’architetto Riccardo Morandi, lo stesso del ponte di Genova crollato questa estate.
“Quello del Grande raccordo anulare e della Roma-Fiumicino, l’A91, è il primo passo”, racconta Gianni Vittorio Armani, capo di Anas, a Repubblica. “A febbraio completeremo l’istallazione dei sensori fissi collegati alla fibra ottica, che si uniranno a quelli mobili per un controllo costante dello stato strutturale”.
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Agi.it aveva raccontato nel dettaglio questa nuova tecnologia già ad agosto, pochi giorni dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova. Lo aveva fatto intervistando Carlo Ratti, responsabile del Senseable City Lab del Massachussets Institute of Technology. Ratti aveva raccontato nel dettaglio lo stato della ricerca condotta da Thomas Matarazzo e firmata fra gli altri dallo stesso Ratti e da Paolo Santi, ricerca che dimostra appunto come usando gli accelerometri presenti nei telefoni cellulari più evoluti e ormai diffusissimi, gli smartphone, si possano misurare le vibrazioni dei ponti, e da queste capire il loro stato di "salute strutturale”.
"Con una rete di smartphone il costo del monitoraggio dei ponti è quasi gratis – aveva detto Ratti - Certo è come misurarsi la pressione dal medico, poi se si riscontrano anomalie occorre seguire un monitoraggio più preciso e approfondito. Ma intanto c'è un flusso di dati rilevanti e continui. Ora stiamo studiando di applicare il tutto al Golden Gate di San Francisco. La nostra ipotesi è che se domani Uber o Waze o Lyft dovessero inserire un sistema simile nella loro app improvvisamente in poche settimane avremmo una scansione completa dei ponti. Ma anche delle buche e lo stato dell’asfalto. Potrebbe essere una idea farlo anche a Roma se volessero...”.
Leggi qui l’articolo integrale di Riccardo Luna con l’intervista a Carlo Ratti