A sei mesi dallo scoppio dello scandalo dati Cambridge Analytica e con oltre 28 mila aderenti, oggi Altroconsumo ha notificato l’atto con cui si avvia formalmente l’iter giudiziale della class action contro Facebook. L’organizzazione contesta al social network la violazione della privacy e la mancata trasparenza delle informazioni al consumatore al momento della registrazione, come rilevato anche dall'Antitrust che ha aperto un procedimento.
Altroconsumo chiede un risarcimento di oltre 285 euro - per ciascun aderente per ogni anno di registrazione Facebook - per i danni subiti: il mancato guadagno del consumatore per lo sfruttamento economico dei dati personali da parte di Facebook e per l’indebito utilizzo di informazioni riservate e dei dati sensibili per finalità commerciali.
Lo scandalo dati per Facebook nel frattempo non si arresta. È recente la notizia di un nuovo data breach che ha coinvolto almeno 50 milioni di utenti. Oggi Altroconsumo ha inviato una diffida al social network, chiedendo chiarimenti su una condotta che si reitera a danno dei consumatori. L’organizzazione chiede al social network di:
- conoscere quanti sono gli utenti coinvolti in Italia e nell’Unione europea;
- descrivere come intende rimediare alla violazione dei dati personali;
- riconoscere un risarcimento a tutte le vittime del data breach.
Commenta Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo: “È intollerabile che Facebook continui ad avere delle clamorose falle nel sistema di sicurezza della propria piattaforma, dimostrando in maniera sempre più evidente di non riuscire a proteggere i dati dei propri utenti. La nostra organizzazione è impegnata sul fronte della protezione dei dati e della tutela dei diritti dei consumatori in rete. Oggi la nostra azione contro Facebook prende sempre più corpo, anche alla luce dell’ultimo data breach”.