Per la prima volta dal crollo del Ponte Morandi, il 14 agosto, che è costato la vita a 43 persone, parla Gilberto Benetton, a capo della famiglia azionista di Atlantia (Autostrade per l’Italia). Lo fa con un’intervista al Corriere della Sera. “Siamo stati costantemente vicini, nel ruolo di azionisti, alle decisioni prese dai manager di Autostrade per l’Italia - ha detto Benetton - e al lavoro che loro hanno svolto per iniziare a capire ciò che era successo e per mettere a punto i primi interventi e i primi aiuti alla città di Genova, interventi che continuano con grande determinazione e per affrontare le difficoltà che i cittadini della città continuano a vivere”.
Ponte di Genova, Benetton: «Accertare le responsabilità. Non potremo dimenticare» https://t.co/RQQn7ZIPyZ pic.twitter.com/DIUESSaCVF
— Corriere della Sera (@Corriere) 6 settembre 2018
Benetton parla dopo un lunghissimo periodo di silenzio, un silenzio che è stato letto da molti osservatori come imbarazzo e grande difficoltà. Ma l’imprenditore veneto oggi dà la sua versione dei fatti. “Dalle nostre parti il silenzio è considerato segno di rispetto. Edizione, la nostra holding, ha parlato meno di 48 ore dopo la tragedia, a voce bassa è vero, perché la discrezione fa parte della nostra cultura. Ha però comunicato con parole chiare e inequivocabili un pensiero di cordoglio alle famiglie delle vittime e la propria vicinanza ai feriti e a tutti coloro che sono stati coinvolti in questo disastro. Con altrettanta fermezza abbiamo dichiarato che verrà fatto tutto ciò che è in nostro potere per favorire l’accertamento della verità e delle responsabilità dell’accaduto. Forse non siamo stati sentiti".
Le principali affermazioni di Benetton al Corriere
“Conosco il presidente Fabio Cerchiai da molti anni e in lui ho la massima stima e fiducia, come sono sempre stato convinto della serietà, della competenza e dell’eccellenza del management di Autostrade e di Atlantia. Non a caso quest’ultima è diventata un player mondiale, rispettata in Italia e all’estero, in una pluralità di settori oltre a quello autostradale, dando lavoro a migliaia di persone e divenendo un riferimento a livello internazionale”“Se nel caso di Autostrade sono stati commessi degli errori, quando si sarà accertato compiutamente l’accaduto verranno prese le decisioni che sarà giusto prendere. Come azionisti che siedono anche nel consiglio di amministrazione della società, abbiamo il compito di dare gli stimoli e indicare le linee guida per lo sviluppo e la crescita dell’azienda, per farla eccellere nelle sue attività, in tutti i campi, supportando il management, ma mai sostituendoci ad esso. Questo è quello che abbiamo fatto in tutte le società controllate e partecipate, questo è il percorso che abbiamo intrapreso anche nella nostra holding Edizione, come io annunciai, proprio al “Corriere della Sera”, due anni fa"."Noi siamo imprenditori e non a caso Edizione è una holding di partecipazione con una anima industriale che conta oggi oltre 100 mila addetti diretti e la maggior parte di essi lavorano in settori ad alta competitività internazionale come Autogrill, Cellnex o la stessa Benetton da cui tutto è partito. Come dovremmo chiamare infatti un azionista di lunghissimo termine che assume un rischio di impresa con una solida visione di economia reale che implica investimenti, creazione di lavoro, creazione di valore per tutti: parliamo di imprenditori o di “prenditori”? Riguardo alle condizioni economiche delle concessioni posso solo dire che quelle di Autostrade per l’Italia sono molto simili a quelle degli operatori del settore autostradale di tutto il resto del mondo"."Il disastro di Genova deve essere per noi come azionisti un monito perenne, anche se terribile e per sempre angoscioso nei nostri cuori, a non abbassare mai la guardia e continuare a spingere il management, che ha la responsabilità della gestione, a fare sempre di più e di meglio, nell’interesse di tutti, e ripeto tutti".
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