Autostrade per l'Italia già a febbraio aveva segnalato al ministero delle Infrastrutture problemi di sicurezza per il ponte Morandi a Genova. In una lettera datata 28 febbraio 2018 di cui ha pubblicato un'anticipazione L'Espresso, il direttore delle manutenzioni del gruppo, Michele Donferri Mitelli, metteva in guardia Ministero e Provveditorato sui rischi per la sicurezza legati al ritardo dell'approvazione del progetto esecutivo di rinforzo del ponte e chiedeva di accelerare l'iter proprio per garantire "l'incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera".
Il settimanale ha spiegato che non sia sa chi abbia ricevuto personalmente la lettera, poiché come destinatario è indicato soltanto l'ufficio, anche se la Direzione generale del Mit per la vigilanza sulle concessionarie autostradali è diretta da un anno da Vincenzo Cinelli, confermato dall'attuale ministro Danilo Toninelli. Capo del Provveditorato di Genova è invece l'architetto Roberto Ferrazza, scelto da Toninelli come presidente della commissione d'inchiesta del ministero e poi sostituito per "motivi di opportunità".
La lettera di allarme del responsabile di Autostrade è la seconda di cinque scritte al ministero tra il 6 febbraio e il 13 aprile 2018, lamenta i ritardi che rischiano di non far partire i lavori "prima del secondo semestre 2019 o inizio 2020". "Tale circostanza", avverte Donferri Mitelli, "comporterebbe una serie di ripercussioni sia per la pianificazione economica che per l'incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera. Per quanto sopra, Vi preghiamo di portare avanti l'iter autorizzativo quanto prima".
L'Espresso ha sottolineato l'importanza della lettera perché "finora si sapeva che gli uffici coinvolti fossero al corrente soltanto del degrado della struttura, a cominciare dai tiranti consumati dalla corrosione del venti per cento. Ma nessun documento dimostrava che ingegneri e funzionari fossero consapevoli del pericolo, che ogni giorno e ogni notte decine di migliaia di automobilisti e camionisti stavano correndo". La lettera dimostra, rileva il settimanale, che "il direttore della manutenzione di Autostrade il 28 febbraio 2018 é consapevole che bisogna fare in fretta perché, per il ponte Morandi sul torrente Polcevera, è necessario un incremento di sicurezza: che evidentemente manca. E non bisogna più perdere tempo. Ma nessuno si attiva per proteggere il viadotto e quanti continuano a passarci sopra, con prescrizioni come la limitazione del traffico pesante e la riduzione delle corsie di marcia. L'autorizzazione al progetto da parte della Direzione per la vigilanza che Michele Donferri Mitelli sollecita arrivera' soltanto a giugno".
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La lettera fa parte della documentazione sequestrata dalla procura di Genova nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del 14 agosto in cui sono morte 43 persone. La Guardia di Finanza ha proseguito nelle perquisizioni alla Direzione generale per la vigilanza del Mit, alla Spea Engineering (societa' del gruppo Atlantia che per Autostrade cura sorveglianza e manutenzione delle infrastrutture) e al Provveditorato delle opere pubbliche di Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta. Nelle sedi di Roma, Milano, Genova e Firenze sono stati acquisiti documenti e verbali di riunioni in particolare riguardanti l'iter autorizzativo del progetto di consolidamento del ponte Morandi per verificare se vi siano state negligenze e omissioni da parte do Autostrade da un lato, e delle strutture di vigilanza e controllo (ministero e provveditorato) dall'altro, anche riguardo alla mancata adozione di misure temporanee per evitare rischi.
La replica: "Comunicazione ordinaria"
Autostrade per l'Italia replica che "si tratta di una ordinaria comunicazione con cui la competente direzione del Ministero delle Infrastrutture viene sollecitata per l'approvazione del progetto di miglioramento delle caratteristiche strutturali del viadotto Polcevera, per il quale era già stato prodotto il parere favorevole da parte del Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, tenuto conto che il tempo di approvazione da parte del Ministero si stava protraendo oltre il termine dei 90 giorni. Il progetto aveva l'obiettivo di migliorare la vita utile dell'infrastruttura. Risulta, quindi, assolutamente fuorviante e non veritiera l'interpretazione del settimanale secondo cui si sarebbe trattato di una "lettera d'allarme" che metteva in guardia sulla "non sicurezza" del viadotto".