Termina l'odissea dei migranti della Diciotti. È iniziato poco prima della mezzanotte e un quarto lo sbarco dei 137 migranti scesi uno dopo l'altro dalla nave della Guardia costiera, ormeggiata al porto di Catania per 5 giorni. Ma sul pattugliatore sono rimasti complessivamente ben dieci giorni, dopo essere stati salvati in acque maltesi. Dopo le rapide procedure di fotosegnalamento e prima identificazione, vengono fatti salire a bordo di tre pullman diretti a Messina. Nel pomeriggio avevano lasciato l'unità militare in 13 per ragioni sanitarie.
Gran parte di loro sarà ospitata dalla Chiesa italiana, "dai vescovi che hanno aperto le porte, i cuori e il portafoglio". A dare l'annuncio in serata, alla festa della Lega di Pinzolo, era stato il vicepremier, Matteo Salvini, mentre giungeva la notizia di un'apertura di un fascicolo per sequestro di persona nei suoi confronti da parte della procura di Agrigento. Solo due Paesi europei, uno dei quali nemmeno facente parte dell'Ue, hanno accettato di farsi carico di una ventina di migranti a testa.
Tirana: "L'Italia ci ha salvato, oggi pronti a dare una mano"
Il primo sì era arrivato nel pomeriggio dall'Albania, che ha accettato di farsi carico di 20 migranti, come fa sapere su Twitter il ministero degli Esteri.
Il Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi ringrazia l’Albania per la decisione di accogliere 20 profughi della nave Diciotti. Un segnale di grande solidarietà e amicizia molto apprezzato dall’Italia
— Farnesina (@ItalyMFA) 25 agosto 2018
"Italia! Non possiamo sostituire l'Europa ma siamo sempre qui, sull'altra riva del mare dove una volta eravamo noi gli eritrei che soffrivano per giorni e notti nel mezzo del mare, aspettando che l'Europa si svegliasse!", ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri albanese, Ditmir Bushati. "L'Italia ci ha salvato e oggi siamo pronti a dare una mano", ha aggiunto il capo della diplomazia albanese.
#Italy! We cannot replace #Europe, but we are always here, on the other side of a sea where once we were the #Eritreans suffering for days & nights in the middle of the sea, waiting for #Europe to wake up! Yesterday, Italy saved us & today we are ready to give a hand
— Ditmir Bushati (@ditmirbushati) 25 agosto 2018
È arrivato poi il sì dell'Irlanda, che accoglierà 20-25 migranti, come ha annunciato su Twitter il ministro degli Esteri di Dublino, Simon Coveney. "Posso confermare che io e Charlie Flanagan (ministro della Giustizia, ndr) abbiamo concordato che l'Irlanda accetterà 20-25 migranti dalla Diciotti, soggetti alle consuete condizioni e controllo. La solidarietà europea è importante e questa è la cosa giusta da fare. I lavori proseguono con i partner Ue per soluzioni più sostenibili", ha scritto Coveney.
I Can confirm that @CharlieFlanagan and I have agreed that Ireland will accept 20-25 migrants from the Diciotti, subject to usual conditions & vetting. European solidarity is important + this is the right thing to do. Work continues w EU partners on more sustainable solutions.
— Simon Coveney (@simoncoveney) 25 agosto 2018
La Farnesina ha ringraziato parlando di un "apprezzatissimo gesto di solidarietà e responsabilità condivisa, essenziale per efficace gestione del fenomeno migratorio".
La Cei: "La situazione non era più sostenibile"
La situazione sulla nave Diciotti "non era più sostenibile", per questo la Chiesa "ha deciso di aprire le porte, nel rispetto dei principi espressi più volte dal Papa, costruire ponti e non muri", ha sottolineato il portavoce della Cei don Ivan Maffeis interpellato dall'Agi. "Abbiamo espresso nelle ultime ore - spiega - la disponibilità ad accogliere i migranti, e il ministro l'ha accolta, dopo che solo Irlanda e Albania si sono dette disponibili. Ora occorre verificare le condizioni di salute di queste persone, l'identificazione, tutti i passaggi che prevede la legge. Credo che domani sapremo più concretamente i passi da seguire per ospitarli, adesso è una cosa ancora nell'immediatezza di questi minuti, sugli aspetti pratici sarà tutto stabilito nelle prossime ore".
Sbarcate nel pomeriggio 13 persone
Nella giornata di oggi era arrivata l'autorizzazione allo sbarco per undici donne e sei uomini. Lo sbarco dal pattugliatore della Guardia costiera ormeggiata da cinque giorni al porto di Catania è stato ordinato dall'ufficio di Sanità marittima locale. A bordo erano saliti medici e ispettori del ministero della Salute. Due dei migranti si sospetta abbiano la tubercolosi. Sei uomini e sette donne sono scesi e saliti sulle ambulanze diretti all'ospedale Garibaldi. Altre quattro donne si erano rifiutate di scendere perché intendevano farlo solo con i loro compagni.
Le donne avrebbero subito stupri durante le permanenza nei campi della Libia, con traumi fisici e psicologici evidenti. Su di loro, in particolare, il pressing era giunto da più parti, dopo lo sbarco alcuni giorni fa dei 27 minori. Il Garante dei detenuti aveva sottolineato anche la presenza di gravi casi scabbia. Dalla Guardia costiera era stata peraltro reiterata ai ministeri e alle procure, la richiesta dello sbarco immediato di tutti.
Nella giornata di venerdì, dopo la nuova fumata nera avvenuta in sede europea, un folto gruppo di migranti ha iniziato lo sciopero della fame a riprova di una insofferenza e di una tensione crescenti, e un inedito pressing è arrivato anche dalla stessa Guardia costiera che in un rapporto inviato al governo e alle procure ha evidenziato la criticità della situazione. Per rendere un po' meno precaria la condizione di chi è a bordo, stamattina sono arrivate delle docce da campeggio e alcuni tappetini per sostituire i cartoni su cui dormono i migranti.
Scontri al porto, ferito un poliziotto
Un poliziotto è rimasto ferito nel corso degli scontri al porto di Catania, nel corso di una manifestazione organizzata da una serie di associazioni per chiedere la "liberazione" dei migranti. Un gruppo di militanti ha caricato le forze dell'ordine in assetto antisommossa, per provare a sfondare il cordone di sicurezza. Un agente è rimasto ferito ed è stato soccorso; il personale sanitario è intervenuto anche per un manifestante che avrebbe avuto un malore. Insomma, la tensione, dopo giorni di presidi, è alta. Una decina di militanti si è gettata in acqua per provare a raggiungere via mare la nave, ma il gruppo è stato bloccato.