Il ministro dell'Economia ha proposto al cdm il nome di Fabrizio Salini come ad Rai. Lo ha confermato anche Luigi Di Maio al termine del Cdm.. Direttore di La7 fino allo scorso giugno, Salini ha lavorato per Fox International Channels Italy, occupandosi dei canali di intrattenimento del network, e per Sky Italia, gestendo Sky Uno e Sky Cinema. Marcello Foa, storica firma de Il Giornale e oggi direttore del Corriere Ticinese, verrà proposto come presidente. Per essere eletto servono i due terzi dei voti della Commissione di vigilanza Rai. Volendo dare una lettura politica, Salini può essere considerato il nome in quota M5s e Foa il candidato leghista (il giornalista era presente anche all'incontro dell'8 marzo tra Matteo Salvini e Steve Bannon).
Di Maio: "Oggi inizia una rivoluzione culturale"
"Abbiamo appena nominato i vertici della Rai. Oggi inizia una nuova rivoluzione culturale con i due nomi - Marcello Foa presidente e Fabrizio Salini Ad - che su proposta del ministro Tria, il presidente del consiglio e il Cdm hanno ritenuto all'altezza di questa grande sfida per liberarci dei raccomandati e dei parassiti", ha dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio al termine del cdm.
Per la #Rai abbiamo fatto le nostre scelte. Con Fabrizio Salini e Marcello Foa garantiamo il rilancio della principale industria culturale del paese.
— GiuseppeConte (@GiuseppeConteIT) 27 luglio 2018
Il Pd attacca: "Una spartizione senza precedenti"
"Nessuna nomina di garanzia: Salvini e Di Maio vanno contro la legge e militarizzano la Rai con una spartizione senza precedenti. Tria e Conte non pervenuti. Il Pd voterà contro e farà battaglia dura con tutti i mezzi disponibili per difendere l'indipendenza dell'informazione", scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, "Foa è un fedelissimo di Salvini mentre Salini è stato l'ad de La7 nel momento in cui la tv di Cairo si è trasformata in un lungo talk show filo M5s contro Renzi e il Pd. Vogliono asservire il servizio pubblico alla loro lottizzazione selvaggia".
Un sovranista indicato per la presidenza #Rai Usciremo dall’Eurovisione?
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 27 luglio 2018
Foa, quella volta a Milano con Salvini e Bannon
Nato a Milano nel 1963, Foa arriva nel 1989 al quotidiano di Montanelli, dove è prima viceresponsabile e poi caporedattore della sezione Esteri. Lascia il Giornale nel 2011 per dirigere il Corriere Ticinese ma vi mantiene ancora un blog. La sua vicinanza a Salvini è testimoniata dalla sua presenza all'incontro tra il leader leghista e Steve Bannon allo Spazio Pin di via Montesanto, lo scorso 8 marzo. Qualche anno fa fece un certo clamore la sua presa di posizione in favore della Russia sulla questione Ucraina; in quell’occasione Beppe Grillo lo ospitò con tutti gli onori sul blog ma successivamente Foa ne prese nettamente le distanze per appoggiare l’ascesa di Salvini. Dopo il 4 marzo a caldo sul blog aveva parlato di “elezione storica perché dopo la vittoria di Macron l’establishment si era illuso che la cosiddetta onda populista avesse esaurito la sua spinta”.
E c'è già un 'caso' Mattarella'
Dalle opposizioni e dai media stanno già partendo dure critiche nei confronti della scelta di Foa. Secondo Emanuele Fiano, capogruppo Pd alla Camera, quella dell'ormai ex direttore del Corriere Ticinese non può essere considerata una nomina di garanzia, date le prese di posizione molto forti a favore della Russia (Foa è spesso ospite di Russia Today, il canale del Cremlino) e di Donald Trump, nonché agli attacchi alle Ong. In sostanza, Foa viene visto come un presidente "sovranista" tout-court, con un'agenda politica ritagliata su quella della nuova Lega. A fare discutere però è soprattutto un suo tweet contro Mattarella nel quale aveva espresso "disgusto" per l'irrigidimento del Quirinale sul caso Savona.
Ecco cosa intendevano la Lega e i 5S per la politica fuori dalla Rai: nominare a presidente Rai un signore che definisce disgustoso Mattarella. pic.twitter.com/PQJMnnchjW
— Lia Quartapelle (@LiaQuartapelle) 27 luglio 2018
Salini, da Fox a La7 passando per Sky
È invece romano Salini, 51 anni, che nel 2003 inizia la sua carriera di dirigente televisivo come vicepresidente dei canali di intrattenimento di Fox in Italia. Sotto la sua gestione nascono canali come Fox Life, Fox Crime e Fox Retro. Nel 2011 pass a Sky e guida Sky Uno e Sky Cinema, per poi approdare nel 2015 a La7, della quale sarà direttore fino al 1 giugno scorso. Il Pd sostiene che sia stato premiato per lo spazio concesso al M5s dai programmi politici di La7 ma, sottolinea Il Messaggero, in precedenza Salini passava per renziano. "Da sempre si è mosso lontano dai palazzi, a suo agio invece nel mondo dei media internazionali", aggiunge il quotidiano romano.