Garantire il pieno diritto al sapere di ogni studente, in qualsiasi condizione socio-economica, ridare centralità al ruolo degli insegnanti e mettersi al passo con i cambiamenti generati dalle innovazioni. Marco Bussetti, ministro dell'Istruzione ha presentato di fronte alle commissioni Cultura di Camera e Senato gli impegni che prenderà con il mondo della scuola. Nessuna rottamazione. Nessun ribaltone. Bussetti è stato chiaro: “La scuola e l’università sono state oggetto di riforme a ritmo tale che la nuova si presentava quando l’altra non era ancora realizzata. Non voglio ricorrere a nuove riforme e ulteriori strappi”, e neanche "stravolgere la Buona Scuola ma i nodi emersi vanno affrontati e sciolti in modo condiviso", ha chiarito.
Mano pesante contro i violenti
Stop alle aggressioni nei confronti dei docenti da parte di studenti e genitori, e massimo rispetto per la figura del professore. “Per questo – ha spiegato Bussetti – stiamo valutando la possibilità che il Ministero si costituisca parte civile nei procedimenti penali che abbiano ad oggetto episodi di violenza posti in essere da studenti - o dai loro genitori/parenti - nei confronti dei docenti". Il nuovo inquilino di viale Trastevere ha aggiunto che "la rottura del patto formativo scuola - famiglia ha fatto sì che, nell'immaginario collettivo, il docente non rivestisse il ruolo di educatore posto alla base del rapporto di crescita e sviluppo degli allievi. Depauperati di questo ruolo i docenti sono stati - ne parlano le cronache recenti - oggetto di manifestazioni violente"
Scuola sicura
Un altro degli interventi del ministero dell’Istruzione riguarderà gli edifici scolastici. Le strutture e i laboratori - si legge su Tgcom24 - dovranno essere a misura di studente. Attingendo dai finanziamenti nazionali e comunitari, Bussetti immagina di avviare a breve un Piano pluriennale di interventi per mettere in sicurezza gli istituti. Ammodernamenti o ristrutturazioni (a seconda dei casi) che dovranno prevenire i rischi legati agli eventi sismici. Con particolare attenzione anche al tema dell’accessibilità. In particolare al Sud”.
Alternanza scuola-lavoro
Il ministro ha espresso la sua volontà di metter mano all’esperienza di alternanza scuola/lavoro: “È stata interpretata come un obbligo e non come opportunità. Sono convinto che i termini ‘scuola e lavoro’ non devono essere intesi in modo antitetico ma come sintesi. Non deve essere archiviata ma necessita di aggiustamenti, trovo molto importante e formativo che gli studenti possano con l’alternanza misurarsi col mondo del lavoro. Servono le opportune correzioni ma è uno strumento su cui credo molto”.
Reclutamento docenti
Una novità arriva sul fronte dell’assunzione dei docenti: “Occorrerà rivedere il sistema di riflettere su nuovi strumenti che tengano conto del legame dei docenti con il loro territorio, affrontando all’origine il problema dei trasferimenti, ormai a livelli non ulteriormente accettabili, che non consentono un’adeguata continuità didattica a detrimento della formazione dei nostri ragazzi”.
I diplomati magistrali
Sulla delicata questione dei diplomati magistrali - si legge sul Fatto quotidiano - alla luce della decisione presa con il decreto dignità, che ha congelato per 120 giorni la situazione dei 5.600 insegnanti che avevano già ricevuto la cattedra a tempo indeterminato (con riserva) e degli altri 45 mila che rischiano di essere depennati dalle Gae (graduatorie a esaurimento), il ministro si è detto pronto ad "individuare una soluzione legislativa in grado di contemperare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti ma, soprattutto, di assicurare un ordinato avvio del prossimo anno scolastico e la salvaguardia della continuità didattica.
Università a portata di tutti
Infine un accenno all’università. Tra gli obiettivi del Ministero - spiega Tgcom24 - ci sono: l’ampliamento della platea degli studenti totalmente esenti dal pagamento delle tasse d’iscrizione, la semplificazione delle procedure amministrative per erogare le borse, l’aumento delle risorse destinate alle università e ai centri di ricerca ridefinendo le procedure per accedere ai finanziamenti, un ulteriore potenziamento dei corsi di laurea dedicati alle Stem, con particolare attenzione alla partecipazione delle ragazze, il rinnovamento della dotazione tecnologica e strumentale degli atenei. Senza tralasciare la positiva esperienza degli ITS, valida alternativa alla formazione universitaria.