Secondo i giudici di Palermo la trattativa Stato-mafia c'è stata
Secondo i giudici di Palermo la trattativa Stato-mafia c'è stata
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La tesi

Gli imputati

  • Leoluca Bagarella
  • Giovanni Brusca
  • Antonino Cina
  • Mario Mori
  • Antonio Subranni
  • Giuseppe De Donno
  • Massimo Ciancimino
  • Marcello Dell'Utri, ex senatore di FI
  • Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno ed ex presidente del Senato.

Gli attentati

  • Il 12 marzo 1992 l'onorevole Salvo Lima, parlamentare siciliano della Democrazia Cristiana, viene ucciso alla vigilia delle elezioni politiche, perché non più in grado di garantire gli interessi delle cosche mafiose nel governo. E, in particolare, perché non è riuscito a far aggiustare il maxi processo in Cassazione. Il vero bersaglio era Giulio Andreotti ma era troppo protetto e irraggiungibile.
  • Il 4 aprile 1992 il maresciallo Guazzelli viene ucciso lungo la strada Agrigento-Porto Empedocle e l'omicidio viene rivendicato con la sigla "Falange Armata
  • Il 23 maggio 1992 avviene la strage di Capaci, in cui viene ucciso il giudice Giovanni Falcone. Subito dopo, il Consiglio dei ministri nella seduta dell'8 giugno 1992 approva il decreto-legge "Scotti-Martelli" (detto anche "decreto Falcone"), che introduce l'articolo 41 bis, cioè il carcere duro riservato ai detenuti di mafia. Il giorno successivo giunge una telefonata anonima a nome della sigla "Falange Armata" in cui si minaccia che il carcere non si deve toccare.
  • Il 19 luglio 1992 nell’attentato in via D'Amelio, a Palermo, viene ucciso Paolo Borsellino. L'attentato viene rivendicato sempre con la sigla "Falange Armata"
  • Il 27 maggio 1993, a Firenze, avviene la strage di via dei Georgofili, che provoca cinque vittime e una quarantina di feriti: l'attentato è rivendicato ancora una volta con la sigla "Falange Armata"
  • La notte tra il 27 e il 28 luglio 1993 avviene la strage di via Palestro a Milano (cinque morti e tredici feriti). Qualche minuto due autobombe esplodono davanti alle chiese di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma, senza però fare vittime.

La richieste dei pm

  • 15 anni di reclusione per il generale Mario Mori
  • 12 anni per il generale Antonio Subranni e il colonnello Giuseppe De Donno.
  • 12 anche per Dell'Utri
  • 6 anni di carcere per Nicola Mancino
  • 16 anni al boss Bagarella, la pena più alta
  • 12 anni per Cina'
  • 5 anni per Ciancimino per l'accusa di calunnia

“Lo Stato si è messo nelle mani della Mafia”

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