Il sito anti-fake news “Bufale un tanto al chilo” è tornato online dopo essere stato oscurato per sequestro preventivo lo scorso 6 aprile. Lo ha annunciato il fondatore di BUTAC Michelangelo Coltelli in un post: “Ero convinto che si sarebbe risolto. Non credo che BUTAC sia un luogo pericoloso, è vero che non pratico troppa moderazione nei commenti, ma quando necessario abbiamo bannato, quando richiesto abbiamo cancellato”.
Poi aggiunge: “Sapevo che saremmo tornati. Ma per me è stato un bel momento per poter riflettere, studiare, ascoltare. Non i tanti messaggi di sostegno, ma quelli di critica. Perché è solo dalle critiche che si può migliorare, sono quelle che possono far riflettere”. Come quella “che vede BUTAC come blastatore” e che è quella che “mi ha fatto più male. Pur concordando che ci siano alcuni articoli sopra le righe – capita di farsi prendere la mano – per la maggioranza quelli su BUTAC sono articoli che evitano le “parole ostili” e alla stessa maniera gli autori che hanno scritto per BUTAC negli anni si sono per la maggioranza posti in maniera educata nei confronti del lettore e degli argomenti trattati”.
La “missione” del sito resta quella di dedicarsi alla lotta contro le bufale e la disinformazione online. “BUTAC in due anni e mezzo è passato da poche decine a svariate migliaia di utenti al giorno. Tre milioni di utenti singoli all’anno, confermando così la voglia e necessità di informazioni meno faziose”.
Cosa era successo
Il sito era oscurato dalla mattina del 6 aprile quando la procura di Bologna aveva emesso un provvedimento di sequestro. In realtà la richiesta di oscuramento era arrivata dalla magistratura di Brindisi in seguito a una querela per diffamazione presentata da un medico che pratica medicina alternativa e che si è sentito danneggiato da un articolo comparso sul sito nel 2015.
Così il giudice, si legge sul Corriere, aveva ritenuto di dover censurare non solo l’articolo oggetto della lite giudiziaria (richiesta che peraltro non sarebbe mai stata avanzata) ma l’intero sito. Provvedimento che è stato attuato in mattinata da parte della Polizia Postale. In particolare, riporta Il Fatto Quotidiano, Bufale un tanto al chilo aveva pubblicato nel 2015 un articolo dal titolo “L’oncologo olistico e l’autoguarigione”, in cui venivano attaccate le teorie alternative sostenute dal medico.
“Anzitutto ci troviamo davanti a un caso in cui l’iscrizione all’albo non è garanzia di professionalità”, si legge nell’articolo di Butac, che nonostante il blocco del sito è ancora reperibile online. “Nonostante le specializzazioni conseguite, l’oncologo in questione pratica e diffonde le teorie della medicina olistica. Per chi non lo sapesse, trattasi di medicina alternativa-fuffa“. Da qui la decisione del medico di rivolgersi alle autorità per far rimuovere l’articolo.