C’è un motivo se da alcuni anni a questa parte sul parabrezza delle auto non si suicidano più decine e decine di insetti: sono spariti dalla faccia della Terra. Non tutti, ovviamente, ma una buona parte: il 75%. Un dato che fa balzare dalla sedia gli entomologi che urlano all’”Armageddon ecologico”. I dati sono contenuti in una ricerca pubblicata su Plos One, e condotta sulla base di centinaia di prove, documenti e numeri raccolti in 27 anni all’interno di 63 riserve collocate su tutto il territorio tedesco. Il risultato è che in 30 anni sono scomparsi tre quarti degli insetti alati, dalle farfalle alle api. Il declino complessivo medio si aggira attorno al 76%, ma d’estate, quando la colonnina di mercurio si alza e le temperature si fanno roventi, si registrano punte dell’82%.
Le ragioni dell’ecatombe
Tra le cause più probabili ci sono le variazioni climatiche, la trasformazione del paesaggio e la scomparsa delle foreste. Ma non bastano a giustificare i numeri. Secondo gli esperti a condannare alla morte gli insetti volanti sono anche la scarsità di cibo e i pesticidi utilizzati nell’agricoltura intensiva. Perché proprio loro? Sempre secondo gli esperti, le ali spingerebbero questi insetti ad avventurarsi in zone più pericolose rispetto al proprio habitat naturale.
Cosa significa
Non solo un problema di insetti. A farne le spese è l’intero ecosistema: "Gli insetti rappresentano i due terzi delle specie viventi sulla Terra e ora stanno vivendo un terribile declino. Se li perdiamo, tutto rischia di crollare", sostiene Dave Goulson dell'Università di Sussex che ha partecipato allo studio. “Stiamo rendendo inospitali tanti tratti di terra per la maggior parte degli esseri viventi, stiamo andando incontro ad un’Armageddon ecologica”. Il ritmo di scomparsa è del 6% l’anno, calcola Lynn Dicks dell’Università dell’East Anglia.
Alla Krefeld la lotta per la sopravvivenza è doppia
E non sono i soli ad estinguersi: con loro rischiano di andare perse per sempre anche le società entomologiche che resistono al progresso e alla digitalizzazione e i cui membri più preparati hanno un’età media avanzata. Almeno in Germania. Fa eccezione la Entomological Society Krefeld i cui esperti fanno parte del team di ricercatori di nazionalità tedesca, britannica e olandese che ha condotto la ricerca “dell’Armageddon”. La Krefeld, che ha una storia di 100 anni alle spalle da difendere, non ha alcuna intenzione di fare la fine degli insetti. Come vuole riuscirci? Innanzitutto la società tedesca collocata al confine con la Danomarca, ha il pallino dell’archiviazione: "In molti posti, quando un membro anziano muore tutto viene buttato, dai documenti alla la collezione di insetti. Qua no: teniamo tutto, anche note scritte a mano", ha spiegato al New York Times Martin Sorg, membro della società. Nello staff della società non ci sono solo biologi, ma anche chimici, ingegneri elettrici, insegnanti e fisici. Ma soprattutto alla Krefeld si punta sul futuro. “Circa un terzo dei 59 membri della società sono neofiti, e anche i ragazzini dai 12 anni in su possono unirsi agli adulti della società imparando a prendere confidenza con vassoi, mobiletti e insetti. Oggi il membro più giovane della società ha 14 anni ed è già un esperto di formiche.