L'ipotesi è tanto suggestiva quanto remota. Una proposta di legge in Perù potrebbe riaprire le porte dei mondiali all'Italia. La notizia è stata data da un po' tutte le testate online italiane, da Libero al Corriere, ma anche servizi televisivi come quello andato oggi in onda su Italia Uno, e ovviamente i quotidiani sportivi più gettonati. Non è impossibile, assai difficile sì, quindi niente illusioni: l'Italia è fuori dai Mondiali del 2018 (Corriere della Sera).
Una proposta di legge della maggioranza del governo peruviano vorrebbe che la Federcalcio andina passasse sotto il controllo di un organismo statale. Ma è un vincolo vietato dal regolamento Fifa. In quel caso, potrebbe scattare la sospensione della Federazione e arriverebbe, di conseguenza, una squalifica da Russia 2018 (Gazzetta dello Sport)
I bookmakers cominciano a crederci e danno il ripescaggio dell'Italia 50 a 1 (quota che ricalca abbastanza fedelmente l'improbabilità dell'evento). Se una qualsiasi delle trentadue squadre qualificate dovesse, per qualche motivo, essere squalificata o ritirarsi, l'Italia potrebbe scendere in campo.
Ad arrivare in soccorso ai sognatori italiani che non vogliono arrendersi all'idea di seguire i mondiali senza maglia azzurra, ci sarebbe l'articolo 7 del regolamento ufficiale della Fifa, la Federazione internazionale che gestisce il calcio nel mondo. Prevede infatti il ripescaggio nel caso si ritirasse, o venisse squalificata, una delle nazionali che hanno superato le qualificazioni. E, soprattutto, la novità decisa di recente, è che è "a discrezione della Fifa scegliere chi ripescare" e non sulla base dei punteggi, come avveniva in passato.
C'è il precedente della Danimarca agli Europei del 1992. La squadra era stata ripescata in seguito all'esclusione della Jugoslavia, entrata nel conflitto dei Balcani. I danesi erano arrivati secondi nel loro girone e quindi erano in testa alla lista d'attesa. Sono poi riusciti addirittura a vincere quella coppa, ma questa per gli italiani sarebbe la seconda parte del sogno. Forse ancora più impossibile del primo.