“Come non finire spennati in Italia”: è il titolo che, senza peli sulla lingua, adopera ‘The Independent’ all’indomani della disavventura di cui è rimasta vittima una famiglia britannica a Venezia, salassata al ristorante con un conto di 526 euro.
L’episodio è stato denunciato da un quarantenne di origine orientale residente a Birmingham, che aveva pranzato con i genitori alla Trattoria Casanova, nei pressi della centralissima piazza San Marco. Avevano ordinato un primo di pasta e due contorni, ma si sono visti servire anche venti ostriche e tre chili e mezzo di pesce alla griglia, che non avevano chiesto ma che forse reputavano (diciamo quantomeno superficialmente) inclusi nella ‘comanda’.
La notizia ha scatenato le reazioni dei lettori del quotidiano britannico: da chi ha bandito Venezia dalle destinazioni a chi ha esteso il malcostume – e alcuni casi registrati negli anni non tolgono fondamento ai giudizi – all’Italia tutta, dove “a spennarti ci provano sempre”.
Dunque, come evitare i rischi? “Esattamente allo stesso modo in cui uno evita di essere spennato dappertutto. Venezia – scrive con garbo Julia Buckley ("specializzata in Italia, hotel e West Coast Usa") su ‘The Independent’ – non è diversa da Parigi, Barcellona, Mosca, New York o Buenos Aires. O, se è per questo, da Londra. Evitare trappole per turisti, essere accorti, controllare i prezzi e a caval donato… guardare in bocca. Senza volere indulgere in alcun tipo di biasimo per le vittime, degli extra come le ostriche, siamo onesti, sono doni improbabili. Ciò premesso, ci sono poche cose da ricordare in Italia che possono mettervi al riparo da problemi. E, trattandosi dell’Italia, ruotano principalmente attorno al cibo”.
In piedi
“Sia che vi troviate nel più turistico bar di Roma o in minuscolo caffè in un paesino calabrese, la prassi usuale è di praticare un prezzo più alto per i clienti che si siedono rispetto a quelli che consumano in piedi. Alcuni locali ci rinunciano; la maggior parte no (molto tempo fa, lavorai nel bar di un paesino in una zona sperduta delle Marche e anche noi rincaravamo di 20 centesimi un cappuccino seduti). Per legge, tutti i caffè devono esporre i differenti prezzi per il banco e per il servizio al tavolo. Cercate – o chiedete – il ‘listino prezzi’ e raffrontate ‘al banco’ e ‘al tavolo’. A volte la differenza è molto piccola, altre volte è grande – in qualche posto come da Quadri in Piazza San Marco a Venezia, per esempio, il caffè che può costarvi due euro al bar costerà più di 15 euro seduti. Potrebbe anche esserci un supplemento per la musica seduti all’aperto. A volte, sedere vale assolutamente la pena – siete stanchi, o in un luogo così emblematico che volete farlo per il gusto di farlo. Va bene, basta che vi informiate prima. Decidete quale posto valga la pena per voi”.
Evitare il pesce
“Il pesce fresco in Italia è normalmente prezzato a peso, perciò a meno che vi portiate una bilancia appresso, siete alla mercè dei ristoratori. La grande maggioranza prezzerà correttamente, ma come dappertutto, le mele marce se ne approfitteranno. Sono stata raggirata così, pur parlando un italiano fluente. Ciò non significa che non possiate ordinare pesce; ma che dovete ordinarlo con attenzione. Specificare in quale quantità lo volete – ditegli che non siete affamati e vi porteranno un pesce piccolo. Chiedete più o meno quanto vi verrebbe - e loro normalmente saranno lieti di pesarlo. E non restate di stucco se è costoso – si tratta, dopotutto, di pesce fresco, preparato per il vostro esclusivo godimento, e quasi sempre ne vale certamente la pena. Semplicemente, controllate prima il prezzo. La stessa cosa vale per la carne – benché quasi sempre i tagli siano prezzati a piatto, talvolta, come per la bistecca alla fiorentina, andrà a peso. Controllate il prezzo – se recita qualcosa come ‘8 euro all’etto’ o ‘100 grammi’, lo pagherete a peso”.
Occhio agli extra
“La maggioranza dei ristoranti in Italia caricherà il ‘coperto’. Potrebbe essere 50 centesimi, o 4 euro in un posto davvero elegante. Non potete aggirarlo, ma se vi offrono qualche altra cosa – pane, bruschetta, olive – è meglio controllare se risulta inclusa. Il pane è abitualmente compreso nel coperto, ma non sempre. Parecchi ristoranti termineranno la cena con un limoncello offerto dalla casa – ma se siete in un posto turistico, meglio controllare se è davvero così. Se provano a tentarvi con gli extra – le ostriche appunto come è accaduto adesso, o verdure che si sposano magnificamente con la carne (carne e pesce sono normalmente solo questo, carne o pesce – i contorni sono a parte), una porzioncina di dolce (come mi accadde una volta – mi diedero un cucchiaio di tiramisu e me lo caricarono sul conto come se fosse un piatto) – controllate. Potrebbe essere un omaggio, oppure essere messo in conto. Un amico che vive a Roma mi dice che ha notato una strisciante tendenza a offrire antipasti per cena. 'Qualche fettina di prosciutto', potrebbero dirvi – e ve ne portano un vassoio gigante dal prezzo di 24 euro. Verificate sempre quello che vi stanno dando”.
Chiedete
Se portano un vassoio con tre chili e mezzo di pesce assieme agli spaghetti, chiedete... Se avete chiesto di dividere qualcosa (“in due”) e sembra grande – verificate se si tratti di una porzione sola. Chiedete le cose al momento in cui arrivano, non dopo che le avete mangiate. Può darsi che non stiano provando a raggirarvi, ma si tratti di una semplice incomprensione linguistica”.
Paragonate i menu
“Controllate la versione inglese del menù rispetto a quella italiana, che è sempre esposta all’esterno, e notate se ci sono differenze eclatanti. Nessun ristorante sarà così stupido da prezzare i menù in modo diverso, anche se ho visto qualche posto in cui il menù in inglese dava il 'servizio non incluso' e quello in italiano includeva il coperto”.
Chiedete la ricevuta
“In Italia è illegale non rilasciare una ricevuta dettagliata. Perciò dovreste sempre e comunque averla – ma se siete perplessi per qualcosa, allora assicuratevene assolutamente. Non accettate una ricevuta che riporti soltanto il totale – chiedete che specifichi le voci. In tal modo, avrete una prova”.
Per strada…
“Chiamate un taxi? Controllate i prezzi ufficiali. I tassisti romani, in particolare, hanno una cattiva reputazione – i tizi che all’aeroporto di Ciampino insistono chiedendo cifre astronomiche per una corsa in città, quando il prezzo fisso di 30 euro è scritto sullo sportello – ma ci sono i modi per evitarlo. Controllate i prezzi ufficiali – che sono sempre esposti senza equivoci nel taxi. Controllate la tariffa a seconda dell’orario del giorno. Usate una app come ItTaxi in modo di avere una traccia del tassista e il percorso seguito qualora dopo insorgano questioni. Prendete sempre (sempre!) taxi autorizzati, evitate quelli improvvisati che all’aeroporto vi chiedono “Taxi?” all’arrivo, e fate la fila con le altre persone giudiziose. E se il peggio accade? Potete provare a rivolgervi alle autorità cittadine, come ha fatto la nostra famiglia Brummie [vittima del salasso a Venezia; ndr], o, se avete il tempo, potete andare dalla polizia a fare una ‘denuncia’ formale. Cosa più importante: cercate che ciò non rovini il vostro viaggio. Potete essere stati piuttosto sfortunati nel beccarvi una mela marcia, ma la grande maggioranza delle altre sull’albero è veramente dolce”.