C’è una nuova classifica e potrebbe aiutare l’Italia a vincere la corsa per la sede dell’Agenzia europea del farmaco e riguarda le tanto bistrattate università pubbliche italiane: nei primi dieci posti al mondo figurano infatti ben tre facoltà di chimica farmaceutica Made in Italy. Si tratta degli istituti degli atenei di Firenze, al primo posto in assoluto, di Napoli Federico II al quarto e della Sapienza all’ottavo. Un’eccellenza scientifica che potrebbe fare da supporto alla domanda presentata dalla città di Milano per avere l’occasione di ospitare la sede dell’Ema, che lascerà presto Londra dopo il referendum sulla Brexit. Nessuna altra nazione ha così tanti riconoscimenti in questa materia, almeno stando alla classifica stilata dall’istituto Cwur, realizzato in Arabia Saudita da pochi anni ma già quotatissimo insieme all’ormai consolidato Arwu di Shanghai e al britannico THE.
I criteri di selezione fissati sono noti: la continuità operativa, i collegamenti, le scuole, l'accesso al lavoro, la sanità per le famiglie, e la distribuzione geografica delle agenzie. I giochi politici sono partiti da tempo, i dossier saranno esaminati dai leader Ue il 19 ottobre. Il 20 novembre le votazioni finali da parte dei ministri agli Affari europei. Che prenderanno in considerazione anche più in generale l'ecosistema industriale e legato alla ricerca scientifica in questo campo, di ciascun Paese. È stato così per Londra e sarà così questa volta. Ecco perchè le eccellenze universitarie potrebbero giocare un ruolo non secondario nella valutazione finale.
Ma la classifica generale non ci favorisce
Tornando alla classifica degli atenei, va detto che il giudizio generale non è altrettanto lusinghiero: la prima università italiana è la Sapienza ma solo all’84/mo posto, giudizio condiviso da Arwu che però la piazza addirittura dopo il 150/mo posto. Ma spulciando nella classifica, e non solo in quella saudita, si trovano delle sorprese. Innanzitutto la Sapienza depurando il ranking e limitandolo alla qualità scientifica sale al cinquantaduesimo posto e per quanto riguarda la qualità delle singole facoltà balza al 30’. La classifica, uscita lunedì, si basa su qualità dell’istruzione e delle facoltà, facilità di trovare lavoro degli alunni, numero delle pubblicazioni specializzate, citazioni, numero dei brevetti e delle scoperte scientifiche.
I primati che (forse) non conoscevate
Ma quel che più sorprende sono le eccellenze delle singole facoltà italiane, che spesso ben figurano tra i primi dieci posti nonostante scarsi fondi e sovraffollamento. E allora oltre alla chimica, nella fisica ci sono risultati stabilmente di ottimo livello e tra tutti gli atenei spicca ancora la Sapienza che si piazza settima in matematica applicata, sesta in fisica dei fluidi (materia base per l’astrofisica), quinta in fisica nucleare, quarta in fisica delle particelle, settima in spettroscopia e ottava al mondo in fisica matematica. Altre eccellenze che non tutti sospettano riguardano la facoltà di medicina legale della Statale di Milano, sesta al mondo, l’istituto di fisica nucleare di Bologna ottavo al mondo e il corso di educazione della Aldo Moro di Bari al quarto posto. Padova ha poi due menzioni speciali: si piazza al nono posto per la facoltà di mineralogia e al settimo per una scienza che sicuramente pochi conoscono: linnologia, che altro non è che lo studio idrobiologico dei laghi. Insomma, anche se sperimentare una permanenza all’estero resta sempre importante, per studiare al meglio alcune materie a volte non è poi così necessario espatriare.