Mancano pochi giorni alla riapertura delle scuole e di nuove e antiche preoccupazioni delle famiglie legate ai figli. Ci sono per molti gli esami di riparazione da superare, ma il vero cruccio sembra essere un altro. Il bullismo. Un'antica, ma nuova nelle dinamiche digitali, piaga sociale, diffusa anche e soprattutto nelle aule scolastiche. Non solo in Italia.
Bullismo spauracchio del terzo millennio?
A fotografare lo stato d’animo delle famiglie in questo periodo dell’anno è una ricerca condotta dagli specialisti del Mott Children’s Hospital di Ann Harbor, legato all’Università del Michigan. Il quotidiano La Stampa ha dedicato un lungo servizio alla ricerca. "Gli autori, analizzando le risposte fornite da 2051 adulti, di cui 1505 genitori di ragazzi con meno di 18 anni, hanno voluto redigere la 'top ten' delle problematiche sanitarie che i genitori riconoscono con maggiore frequenza come un’insidia per i propri figli. Il quadro che è emerso è un’istantanea fedele dei nostri tempi. Mamme e papà che hanno figli in età scolare hanno riconosciuto il bullismo come il pericolo più imminente per la loro salute".
Leggiamo ancora dal quotidiano torinese: "L’atteggiamento del bullo vecchio stampo può fare il paio con la tecnologia, dando vita così al cyberbullismo: ovvero quel fenomeno che porta la violenza a traslocare sul web, dove l’amplificazione attraverso i social network non conosce confini. Quest’aspetto è stato rimarcato soprattutto dalle famiglie afroamericane, spaventate dalla possibilità che i propri figli possano finire ai margini del gruppo per il colore della pelle. Ma in realtà l’emergenza è sentita a tutte le latitudini, se da una recente indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria, condotta durante lo scorso anno scolastico su oltre diecimila giovani di età compresa tra 14 e 18 anni, è emerso che un ragazzo su tre ha subìto un atto di bullismo in silenzio, mentre il 12 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere stato intimorito attraverso la rete".
Un adolescente su tre autore di atti di bullismo
"Se c’è chi di questi episodi è stato vittima, c’è pure chi li ha commessi. Un adolescente su tre s’è dichiarato autore di un atto di bullismo. Risultati che confermano come 'l’adolescenza sia un’età difficile, con la differenza che, rispetto al passato, le difficoltà emotive e comportamentali emergono più precocemente', afferma Alberto Villani, responsabile del reparto di pediatria generale e malattie infettive all’ospedale Bambin Gesù di Roma e presidente della Società Italiana di Pediatria. 'L’attività di prevenzione, rivolta tanto ai bambini quanto ai genitori, deve avvenire con qualche anno di anticipo rispetto all’esordio dell’età adolescenziale'".
L'ultima vittima a Rimini
Il bullismo può spingere un adolescente anche a un gesto estremo, anche a togliersi la vita. E qui la casistica è lunga e dolorosa. L'ultimo caso (indagini appena aperte, dunque il condizionale è d'obbligo) quello di Rimini, dove una bambina di 13 anni si è buttata dal balcone di casa lasciando un biglietto nel quale diceva di voler morire. La procura ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di induzione al suicidio per verificare se la ragazzina possa essere stata vittima di maltrattamenti o bullismo. Il tragico gesto sarebbe stato preceduto, una ventina di giorni fa, da un altro tentativo di togliersi la vita.
Marco Tronti, presidente dell'Arcigay della città romagnola ha dichiarato: "Le campagne contro il bullismo vengono ostacolate dai troppi benpensanti e tradizionalisti che popolano il nostro Paese, i e le giovani crescono immersi in un clima di violenza costante: contro gli immigrati, contro i politici, contro i gay, contro le donne. Questo è il risultato e nessuno può dirsi innocente. E' fondamentale che le istituzioni comprendano che viviamo in mezzo a un'emergenza psicologica che ricade soprattutto sui nostri giovani e che è necessario intervenire energicamente per arginare questo odio che si respira ovunque. L'educazione alla parità e al rispetto deve essere una presenza costante e fondamentale in tutte le scuole per impedire in futuro tragedie simili".
Un aiuto dalla nuova legge
La legge contro il bullismo è appena entrata in vigore e costituirà un valido aiuto per le famiglie. Ha scritto su Agi.it Maura Manca: "Il cyberbullismo è un fenomeno ormai di emergenza sociale in costante aumento, dagli esiti psicologici davvero devastanti: stiamo parlando dell’8,5% degli adolescenti presi di mira sul web e sui social, con un incremento del 30% rispetto allo scorso anno. La legge si incentra maggiormente sulle forme di bullismo online perché presenta dei risvolti più oscuri rispetto alle forme tradizionali. Tra le vittime sistematiche delle prevaricazioni digitali, a volte anche quotidiane, l’82% si sente frequentemente triste e depresso, il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio e il 52% mette in atto condotte autolesive secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza e Skuola.net svolti per Una vita da Social della Polizia Postale e delle Comunicazioni".
La legge - scive ancora la psicoterapeuta - rappresenta quindi un segnale importante di alleanza tra i maggiori enti e istituzioni nella lotta al cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, offrendo nuovi strumenti utili per arginare un fenomeno così drammatico. Un aspetto fondamentale della legge è legato alle strategie di prevenzione e tutela, di educazione e rieducazione, piuttosto che puntare sulle misure repressive e sanzionatorie, perché solo in questo modo si può essere realmente efficaci contro il cyberbullismo. La legge, infatti, non mira a colpevolizzare semplicemente i cyberbulli ma ad attuare interventi di sensibilizzazione e responsabilizzazione, chiamando in prima linea tutti gli enti educativi più importanti, mettendo al centro, in particolare, la scuola".
Leggi qui: Così la legge contro il cyberbulismo aiuterà famiglie e insegnanti
Un esperimento interessante in Finlandia
Un caso virtuoso arriva dalla Finalndia, che forse ha trovato la ‘cura’ per il bullismo e sarebbe pronta a esportarla in tutto il mondo. Ne parla Business Insider. Il programma che ha permesso di ridurrre drasticamente i casi di bullismo si chiama KiVa– kiusaamista vastaan, letteralmente ‘contro il bullismo’. Il cuore del programma è l’idea di concentrarsi non sui bulli quanto sulla classe intera, a cui viene insegnato a osservare e solidarizzare con la vittima, non con il bullo cui, con una serie di attività formative e psicologiche, viene tolta ogni aura di fascino. Il programma, i cui risultati sono in via di pubblciazione, potrebbe presto essere applIcato nelle scuole USA, da tempo afflitte da un serio problema di bullismo.