“Crediamo nella politica. Non crediamo più nei politici che ci hanno delusi e traditi”: esorta così Elvira Ricotta Adamo, esponente di spicco del movimento Italiani Senza Cittadinanza, da mesi in prima linea nella battaglia per l’approvazione della legge di cittadinanza, lo Ius Soli. Le ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sull’impossibilità di approvarla “prima dell’estate”, arrivano come una doccia fredda per Elvira e gli 815.000 ragazzi, da anni in attesa di giustizia sociale.
“In questa battaglia molti di noi ci hanno messo la faccia. Ma anche loro ce l’hanno messa con noi. Quante volte ci hanno promesso che avremmo portato a casa questa riforma che loro stessi, a cominciare da Renzi, hanno definito una ‘Riforma di civiltà’”, continua con tono deciso la trentenne, nata a Manila nelle Filippine, arrivata in Italia a soli 12 giorni. Ha vissuto a Piazza Armerina, studiato all’Università di Catania e si è trasferita a Roma sei anni fa.
Tante belle dichiarazioni
“Vorrei avere i video di tutte le volte che ci hanno stretto la mano ai vari incontri avuti con loro in diverse sedi. Tutte le belle dichiarazioni rilasciate. Le bandierine sventolate in cui si stampavano sul petto lo stemma dei paladini della giustizia”, ha scritto Elvira su Facebook, usando come lo fa dai mesi con i suoi compagni di lotta gli hastag ≠italianisenzacittadinanza≠IusSoli≠IusCulturae.
“Loro non ci hanno mai dato un termine preciso. Siamo stati noi ad avere esercitato forti pressioni per ottenere il voto della legge in Senato prima della pausa estiva. Sappiamo bene che se slitta a settembre, si andrà per le lunghe, praticamente a data da destinarsi. In autunno ci saranno ben altre priorità”, deplora la giovane attivista, aggiungendo che “le ultime dichiarazioni rilasciate da diversi protagonisti della politica così come la mancata calendarizzazione del voto al Senato non erano segnali confortanti”.
"Sono dei codardi, non hanno fatto tutto il possibile"
Per Elvira sono dei “codardi”, poiché “non hanno fatto tutto il possibile” per portare fino in fondo la battaglia sulla riforma di cittadinanza, dopo “averci guardato dritto negli occhi e stretto le nostre mani in questi ultimi mesi”.
Sul voto. i giovani, e meno giovani, difensori dello Ius Soli, sapevano bene che da solo il Pd non poteva farcela, quindi “non va demonizzato poiché non è l’unico responsabile di questo fallimento”. Il rinvio del voto al Senato e la nuova dinamica che ne scaturisce “è soltanto il risultato di beghe all’interno dei partiti, non solo del Pd (…) In autunno ci saranno le elezioni in Sicilia e Alfano sta strumentalizzando lo Ius Soli in vista di questa scadenza”, sottolinea Elvira.
In base alla legge vigente un giovane straniero può chiedere la cittadinanza italiana tra il 18° e il 19° compleanno a patto di aver vissuto nel Paese senza alcuna interruzione e di avere con la sua famiglia alcuni requisiti economici. Dalla richiesta formale possono passare diversi anni.
"Per noi questa legge è un primo passo avanti"
La legge in esame al Senato dal mese scorso, dopo essere rimasta bloccata in commissione per mesi – già approvata dalla Camera dei Deputati il 13 ottobre 2015 – prevede uno Ius Soli temperato e introduce lo Ius Culturae, consentendo per la prima volta ai bambini entro i 12 anni, anche se non nati in Italia, di chiedere la cittadinanza a patto di avere studiato in Italia per cinque anni. “Questa legge non è perfetta essendo il prodotto di una serie di tagli e cuci. E’ un compromesso ma rappresenta per noi un passo avanti, un punto di partenza necessario per agire sul presente e costruire l’Italia di domani”, prosegue Elvira, cittadina italiana. Anche se italiana di fatto e di diritto, ha deciso di cominciare questa battaglia in reazione alle discriminazioni sociali e culturali subite. Ha fondato la prima associazione mentre studiava, chiamata “Seconda generazione Catania”, e da quando vive nella capitale ha dato vita a “Questa è Roma”, in prima linea per politiche di inclusione.
“Sono, siamo convinti che la battaglia per la cittadinanza va portata avanti su un doppio binario: quello della legge per lo Ius Soli ma anche leggi per favorire di fatto l’inclusione delle seconde generazioni a scuola, nella società, nella vita lavorativa, affinché siano davvero riconosciute e trattate su un piede di parità”, insiste l’interlocutrice.
Nella battaglia degli Italiani Senza Cittadinanza si sono mobilitati alcuni comuni italiani, tra cui Reggio Emilia, Modena e Padova. Siccome l’unione fa la forza, diverse organizzazioni che ruotano attorno a Italiani Senza Cittadinanza stanno organizzando una iniziativa nazionale.
Elvira conclude citando un proverbio africano a lei caro: “Quando gli elefanti combattono, è sempre l’erba a rimanere schiacciata”. Ma noi “non smetteremo di lottare perché i politici e le poltrone passano. La Politica resta. La Storia prima o poi ci darà ragione e noi saremo lì ad aspettarvi”. E’ questa la promessa che fa la giovane donna a se stessa e a tutti gli italiani senza cittadinanza, quelli di oggi e di domani.