Dopo l'approvazione da parte del Bundestag tedesco delle nozze gay, l'Italia rimane uno dei pochi Paesi europei a non avere una legge che permetta alle coppie omosessuali di unirsi in matrimonio. Possono farlo civilmente, con la cosiddetta legge Cirinnà, ma tra le due formule esistono delle differenze sostanziali, come hanno denunciato avvocati e membri della comunità Lgbt.
Le differenze tra matrimonio e unioni civili
Gli avvocati hanno poi sottolineato che nel caso in cui uno dei due uccidesse l'altro, non verrebbe punito con la stessa aggravante di chi uccide la moglie o il marito. In caso di separazione, invece, mentre le coppie sposate devono attendere sei mesi, a quelle unite civilmente ne bastano tre.
L'iter del matrimonio gay: dove si è arenato
L'approvazione del ddl Cirinnà ha segnato il primo punto di svolta della questione dei matrimoni gay, già affrontata diverse volte a vari livelli. A partire dalla Corte Costituzionale, che si è espressa più volte sul tema, con una serie di sentenze conseguenti a ricorsi da parte di alcuni tribunali.
Anche la Cassazione si pronuncia due volte in proposito. Il 15 marzo 2012 la Corte emette una sentenza in cui, pur esprimendosi negativamente sulla richiesta da parte di una coppia dello stesso sesso italiana sposatasi all'estero di vedere riconosciuto il proprio matrimonio in Italia, dichiara che nell'ordinamento italiano la diversità di sesso dei nubendi non è presupposto indispensabile, naturalistico, del matrimonio. Nella stessa sentenza ribadisce anche che il Parlamento italiano è a tutti gli effetti libero di aprire il matrimonio alle coppie dello stesso sesso, concetto ribadito anche nella successiva ordinanza del 6 giugno 2013.
Chi è favorevole e chi contrario
Nonostante nella cattolicissima Irlanda i matrimoni gay non siano più un tabù, in Italia - è la tesi di molti - la Chiesa rappresenta ancora un grosso ostacolo per le nozze omosessuali. E nonostante papa Francesco abbia aperto le porte ai gay, in occasione del Family Fay del 2016 contro il ddl Cirinnà ha ribadito che il matrimonio è quello contratto tra due persone di sesso opposto: "Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione".
Quanto ai politici, non sempre le posizioni coincidono con quelle del partito. Ecco una carrellata di dichiarazioni di esponenti della politica italiana contrari alle nozze gay (e alle adozioni) dal 2005 ad oggi.
Romano Prodi (9 febbraio 2005)
"Quante persone usano il concetto di famiglia e poi lo distorcono. Famiglia e matrimonio non si usano per persone dello stesso stesso. Non c'è alcun dubbio che io sono contrario al matrimonio fra i gay. Ho discusso di questi problemi con Zapatero ed altri leader europei. Bisogna usare bene i termini e capire la sostanza dei problemi"
Alfonso Pecoraro Scanio, politico dei Verdi (22 settembre 2005)
"Il matrimonio tradizionale è solo quello cattolico, tutte le altre forme di convivenza sono unioni civili. I Pacs sono un passo avanti. Per quanto concerne le adozioni, penso sia il momento di pensare alla possibilità di aprirle ai single. Occorre dare ai servizi sociali un'ampia possibilità di verifica per valutare la genitorialità sia delle coppie che dei single. Questo è il vero discrimine, perché è il modo migliore per tutelare i minori. Proprio nell'interesse dei minori, è giusto che su questo argomento non si facciano dibattiti ideologici"
Rosy Bindi (Partito democratico) (13 marzo 2007)
"Il desiderio di paternità o di maternità gli omosessuali se lo scordano. (...) È meglio che un bambino stia in Africa con la sua tribù, piuttosto che cresca con due uomini o due donne, con genitori gay"
Emma Bonino (Partito Radicale) (17 agosto 2007)
"Tutta la parte dei diritti civili è abbastanza nebulosa. E le nozze gay che per esempio hanno visto un bel confronto tra i democrats americani? Io per esempio sono: per coppie sì, matrimonio no. Ma magari non tutto il mio partito condivide..."
Nel 2010 la Bonino cambia punto di vista, motivando la sua scelta col rispetto della pronuncia della Corte Costituzionale.
Marco Pannella (Partito Radicale) (20 agosto 2007)
"In particolare mi sta a cuore un connotato che noi radicali abbiamo sempre dato alla battaglia per i diritti civili degli omosessuali e di tutti. Abbiamo sempre tenuto presente l'aspirazione ad una sessualità diversa, non ad una sessualità migliore di quella eterosessuale o di quella omosessuale maschile, o meglio di quella femminile. Purtroppo oggi abbiamo tutto un militantismo organizzato che vuole il matrimonio, poi i figli... Tutte cose che comprendo, ma sicuramente non condivido"
Pier Luigi Bersani (Partito democratico) (7 luglio 2009)
"Uno Stato che vede crescere un fenomeno, e lo vede crescere a dismisura, deve regolarlo. Poi non è che lo chiamo matrimonio omosessuale, perché riconosco che non sono assimilabili"
Nichi Vendola (SeL) (21 settembre 2010)
"Sono favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto" (ma non ai matrimoni)
Nichi Vendola si schiera poi a favore del matrimonio gay nel 2012:
"Personalmente sono a favore. Nella piattaforma programmatica del centrosinistra, però, non ci sono i matrimoni gay, ma le unioni civili"
Matteo Renzi (Pd) (29 ottobre 2010)
"Io non sono d'accordo col matrimonio omosessuale, la penso come quel pericoloso reazionario di Barack Obama; perché penso che il matrimonio sia l'unione di una donna e di un uomo"
Nel 2012 Renzi cambia parzialmente idea:
"Io sono cattolico, ma il matrimonio, parlando da politico, non deve essere considerato un sacramento. Magari lo rimane nel mio cuore, ma sono cavoli miei. Non voglio importi niente. Ma nell’esercizio della tua libertà, voglio che tu sia in grado di prenderti diritti e doveri"
Elsa Fornero, Ministro con delega per le Pari opportunità (21 maggio 2012)
"Non ho quindi auspicato che le unioni di fatto, sia etero sia omosessuali, siano equiparate alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ma semplicemente invitato ad aprire gli occhi sulle diverse realtà che stanno emergendo e a non dimenticare, e meno che mai a discriminare, i diritti dei singoli individui che vi si riconoscono e che chiedono con forza un riconoscimento"
Beppe Grillo, (M5S) (15 luglio 2012)
"Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge".
Pier Ferdinando Casini, (Udc) 20 luglio 2012)
"Se si tratta di stabilire delle garanzie giuridiche per coppie di conviventi, eterosessuali o omosessuali, credo che si tratti di un fatto di civiltà. Ma il matrimonio fra gay è un'idea profondamente incivile, non di frontiera di progresso"
Ancora, il 29 maggio 2015, Casini dichiara:
"Le unioni civili possono avere diritti a se stanti; non possono essere la fotocopia del matrimonio [...] su questa strada si arriverà all'utero in affitto, ai matrimoni di comodo con sfruttamento dei più deboli"
Silvio Berlusconi, (28 dicembre 2012)
"Andremo avanti nella difesa della famiglia, non vorremmo dover assistere, con l'avvento della sinistra al potere, all’inflazione dei matrimoni gay e all’apertura delle nostre frontiere ai migranti stranieri. Tutto ciò che rientra nella tradizione cristiana sarà al primo posto del nostro programma"
Maurizio Sacconi (Pdl) (17 giugno 2014)
"Il matrimonio è solo tra uomo e donna. E non lo dico io, ma la Costituzione. Ai conviventi, siano etero o gay, secondo noi non deve andare un euro della spesa pubblica. Niente pensioni di reversibilità, nate in origine per aiutare chi sarebbe rimasto solo ad allevare i figli, o assegni familiari"
Mario Monti, Presidente del Consiglio (16 gennaio 2013)
"Il mio pensiero è che la famiglia debba essere costituita da un uomo ed una donna, e ritengo necessario che i figli debbano crescere con una madre ed un padre"
E aggiunge:
"Il Parlamento può certamente trovare delle soluzioni convincenti per regolare altre forme di unioni e convivenze [...] Nel nostro movimento politico ci sono idee pluralistiche su questo tema così come nella società e negli altri partiti.
Roberto Maroni, leader della Lega Nord (3 febbraio 2013)
"Sono contro i matrimoni gay"
Graziano del Rio, sindaco di Reggio Emilia e ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie (16 maggio 2013)
"I diritti individuali vanno tutelati per tutte le coppie. Ma il matrimonio nel nostro ordinamento è un'unione tra sessi diversi"
Delrio ritornerà sul tema, da Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Renzi:
"Sono contrario a usare la parola matrimonio, ma sono favorevole alle unioni civili"
Angelino Alfano, ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio dei ministri nel Governo Letta (gennaio 2014)
"Se propongono il matrimonio gay (il Partito democratico) ce ne andiamo un attimo prima a gambe levate e denunciandolo all’opinione pubblica"
Ancora:
"Siamo al Governo per fare scudo a delle cose che la sinistra farebbe se non ci fossimo noi. Se non ci fossimo noi, la sinistra riterrebbe normale legalizzare la canna, i matrimoni gay le adozioni gay e frontiere libere agli immigrati"
Nell'ottobre 2014 dichiara di aver emanato una circolare per vietare le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all'estero:
"Il punto - ha premesso il ministro intervenendo a Rtl 105.5 - è uno: a ogni evidenza le direttive che sono state date con provvedimenti dei sindaci, che prescrivono agli ufficiali di stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso non sono conformi alle leggi italiane. In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso, quindi se ci si sposa tra persone dello stesso sesso, quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla leggE"
Matteo Salvini, segretario generale della Lega Nord (16 ottobre 2014)
"Sul riconoscimento di alcuni diritti delle coppie di fatto eterosessuali o omosessuali sono disponibile a parlarne. L'adozione e il matrimonio, però, sono un'altra cosa"
Giorgia Meloni ( Fratelli d'Italia) (26 maggio 2015)
"No al matrimonio tra persone dello stesso sesso: sarebbe una spesa enorme per lo Stato e una inaccettabile apertura alle adozioni gay. Fratelli d'Italia si batterà in Parlamento contro il ddl Cirinnà che introduce la “stepchild adoption” e apre di fatto le porte all’utero in affitto. Per noi le priorità sono altre: sostenere la famiglia tradizionale e la natalità e difendere il sacrosanto diritto di un bambino ad avere un padre e una madre"