La Cassazione ha stabilito che gli immigati devono adeguarsi ai valori italiani, anche se confliggono con le leggi dei Paesi da cui provengono.
Gli immigrati che hanno scelto di vivere nel mondo occidentale hanno "l’obbligo" di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso "di stabilirsi" ben sapendo che "sono diversi" dai loro e "non è tollerabile che l’attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel Paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante" scrive il Corriere.
Il caso
La decisione della Corte, ricorda Repubblica prende le mosse dal ricorso di un indiano sikh condannato a duemila euro di ammenda dal Tribunale di Mantova, nel 2015, perché sorpreso mentre usciva di casa armato di un coltello lungo quasi venti centimetri. L'indiano aveva sostenuto che il coltello (kirpan), come il turbante "era un simbolo della religione e il porto costituiva adempimento del dovere religioso".
Le reazioni
Una sentenza che "non fa sconti a nessuno". Così la deputata Forza Italia, Daniela Santanché, citata da Repubblica, commenta la decisione della Corte: "è sacrosanta. Alla faccia dei buonisti e del tutto è permesso".
Il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Fabio Rampelli, parla di "de profundis per l'ideologia buonista" e per la "sinistra multiculturalista che ha promosso un'accoglienza contraria alla legalità".
Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Partito democratico, si augura che la sentenza non sia strumentalizzata: "Speriamo che ora non sia usata come una clava dai vari Salvini!"