CdV - L'aborto è un "peccato grave" ma va assolto. E' la rivoluzione annunciata da Papa Francesco che nella lettera apostolica "Misericordia et misera" concede "a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto". La decisione del pontefice è "perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio".
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Nella lettera apostolica, documento programmatico del Pontificato che indica le linee pastorali del post Giubileo, Francesco annuncia che: "Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario". "Vorrei ribadire con tutte le mie forze - scrive Papa Francesco - che l'aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre". "Ogni sacerdote pertanto - esorta il Papa - si faccia guida, sostegno e conforto nell'accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione".
In Italia due medici su tre sono obiettori
Appena ieri il Papa aveva definito l'aborto un "crimine orrendo perché spreca una vita solo per egoismo". "Sono andato all'ospedale San Giovanni, al reparto maternità, e c'era una donna che piangeva, piangeva, piangeva davanti ai suoi due gemellini ... piccolini, ma bellissimi: è morto il terzo. Erano tre, ma uno è morto" aveva detto Francesco in un'intervista a TV2000, "E piangeva per il figlio morto, mentre accarezzava questi due. Il dono della vita... E ho pensato all'abitudine di mandare via i bambini prima della nascita, questo crimine orrendo. Li mandano via perché è meglio così, perché sei più comodo, è una responsabilità grande, è un peccato gravissimo, no?"
Fisichella: decisione cambierà il Diritto Canonico
A seguito di quanto deciso da Papa Francesco riguardo all'assoluzione del "grave peccato dell'aborto" dovrà essere modificato il Codice di Diritto Canonico. Lo ha reso noto il delegato pontificio per il Giubileo. "Anche il Codice andrà aggiornato", ha risposto l'arcivescovo Rino Fisichella ai giornalisti.
Il perdono per l'aborto secondo il codice di Diritto Canonico spetta a qualsiasi vescovo o, in una diocesi, al canonico penitenziere, che può assolvere pure gli estranei che abbiano compiuto il delitto nella propria diocesi. In alcune chiese particolari, inoltre, finora il vescovo poteva dare la facoltà di assolvere da questo "delitto" (che comporta la scomunica latae sententiae, tolta automaticamente dall'assoluzuione sacramentale) ad alcuni o a tutti i sacerdoti della diocesi durante tutto l'anno o in alcuni "tempi forti" come l'Avvento o la Quaresima. Ad esempio, a Torino, durante l'ostensione della Sindone, l'arcivescovo Cesare Nosiglia ha concesso con un decreto a tutti i sacerdoti della diocesi di Torino "la facoltà di rimettere nell'atto della confessione la scomunica non dichiarata relativa all'aborto procurato".