Firenze - Carica di alleggerimento delle forze dell'ordine verso i manifestanti che cercavano di superare il cordone degli agenti in tenuta antisommossa. E' quanto avvenuto a piazza San Marco, nei confronti dei manifestanti che nel centro di Firenze, hanno dato vita a una contromanifestazione per la Leopolda.
Fumogeni ancora accesi, striscioni strappati e aste utilizzate come bastoni abbandonate per terra insieme alle transenne erette qualche mese addietro per alcuni lavori stradali. E' come si presenta piazza San Marco un'ora dopo lo scontro fra manifestanti e forze dell'ordine che, per evitare lo sfondamento del cordone di sicurezza, hanno effettuato una carica di alleggerimento. Il corteo si è spostato a piazza d'Azeglio e, da quanto si apprende, piccole frange di manifestanti si sono staccate, per trovare un varco e raggiungere la Leopolda.
Nardella, manifestare è un diritto ma violenza intollerabile
Il presidio fisso, autorizzato dalla questura, inizialmente era previsto in piazza Santissima Annunziata, al centro della città e distante alcuni chilometri da dove si stanno svolgendo i lavori della Leopolda.
I manifestanti, però si sono radunati in una piazza adiacente, piazza San Marco e, nel tentativo di imboccare via Cavour, una strada che li avrebbe portati più vicini alla Leopolda, la polizia ha fatto una carica di alleggerimento. Molti cartelli stradali e transenne sono state divelte. Un agente è rimasto ferito a una gamba.
Il corteo è formato da antagonisti, centri sociali, dal "Comitato Firenze dice no". Secondo gli organizzatori della manifestazione "il presidente del consiglio continua con la sua idea folle verso questa città e verso il Paese che considera il cortile di casa sua".
L'IRA DI NARDELLA
"Persone incappucciate che usano violenza contro la città sono inqualificabili. Dire no è legittimo, sfasciare Firenze è inaccettabile". E' quanto scrive in un tweet il sindaco di Firenze Dario Nardella circa la contromanifestazione per la Leopolda.
(AGI)