Roma - La povertà colpisce in Italia quasi 4 milioni e 600 mila persone, ossia un milione e 582mila famiglie. E' il dato più alto dal 2005, come si sottolinea nel rapporto sulla povertà e l'esclusione sociale dal titolo "Vasi comunicanti", diffuso oggi dalla Caritas in occasione della Giornata mondiale contro la povertà.
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MERIDIONALI I PIU' BISOGNOSI
Dal 2008 ad oggi, sottolinea il Rapporto, "nel Meridione, sono andati persi 576mila posti di lavoro, pari al 70% delle perdite di tutta Italia; i livelli occupazionali risultano i più bassi registrati dal 1977 (5,8 milioni unità)". Ed anche le aree del Centro e del Nord hanno vissuto un vistoso peggioramento dei propri livelli di benessere, in modo particolare se paragonati agli anni antecedenti la crisi economica. In soli otto anni anche queste zone hanno visto raddoppiata la percentuale di poveri.
Sul fronte dell'occupazione - rileva il Rapporto - le famiglie maggiormente sfavorite sono quelle la cui la persona di riferimento è in cerca di un'occupazione (tra loro la percentuale di poveri sale al 19,8%). E' netto anche per questi casi il peggioramento rispetto al periodo pre-crisi (si è passati da un'incidenza del 7,0% al 19,8%). Accanto a tali situazioni negli ultimi anni sembrano aggravarsi le difficoltà di chi può contare su un'occupazione, i cosiddetti working poor, magari sotto-occupati e/o a bassa remunerazione. Tra loro, come risulta dall'ultimo Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, la percentuale si attesta al 41,7% a fronte del 14,9% degli italiani. "Ad essere maggiormente sfavorite in tal senso - sottolinea il testo - sono soprattutto le donne, collocate su posizioni meno specializzate e a più bassa remunerazione".Particolarmente preoccupante anche la situazione delle famiglie di operai, per le quali la povertà sale all'11,7%.
IN CARITAS IL 66% DEGLI ITALIANI DEL SUD
Dall'analisi risulta che il fenomeno è più concentrato al Sud, dove i cittadini italiani bisognosi sono più numerosi degli stranieri: gli italiani rappresentanto infatti nel Mezzogiorno il 66,6% delle persone accolte nei centri della Caritas a fronte del 33,1% degli stranieri. Le percentuali sono invertite al Nord, dove gli italiani sono il 34,8% e gli stranieri il 64,5%, e al Centro dove gli italiani sono il 36,2% e gli stranieri il 63,2%. Il dato nazionale è del 42,5% di italiani tra le persone assistite dalla Caritas e del 57,2% degli stranieri.
GIOVANI PIU' PENALIZZATI DEI PENSIONATI
La povertà dilaga in Italia più tra i giovani che tra gli anziani con "un'inversione di tendenza rispetto al passato". "Nel 2007 - sottolinea il testo - il trend era pressoché inverso rispetto ad oggi: l'incidenza della povertà assoluta andava tendenzialmente a crescere all'aumentare dell'età, decretando gli over 65 come la categoria più svantaggiata. Gli anziani dunque sono coloro che mediamente sembrano aver risposto meglio a questi anni difficili".
Laureati trovano lavoro prima di altri
Rispetto al "favore" degli anziani è importante sottolineare come all'interno dei "valori medi" si possano mimetizzare le difficoltà di alcuni bacini territoriali caratterizzati da una forte presenza di anziani con pensioni sociali, penalizzati da una carriera lavorativa e contributiva irregolare, accidentata e non continuativa. "In tali situazioni la presenza di un reddito da pensione e della proprietà del bene casa (spesso anche di cattiva qualità commerciale) non pone gli ultra-sessantacinquenni - rileva la Caritas - al riparo da situazioni di indigenza e di esclusione sociale".
LA POVERTA' NON FA DIFFERENZA DI GENERE
Nella povertà in Italia non c'è più differenza di genere. Dal dossier risulta che per la prima volta tra le persone assistite nei centri della Caritas c'è una sostanziale parità tra i sessi: gli uomini sono il 49,9% e le donne il 50,1%. Tra i benficiari dell'ascolto e accompagnamento offerti dalla Caritas, il 47,8% sono sposati e il 26,9% single. Basso il livello di istruzione: il 41,4% ha la licenza media inferiore, il 16,8% la licenza elementare, il 15,5% la licenza media superiore. I disoccupati rappresentano il 60,8% del totale.
BAMBINI E ADOLESCENTI SENZA FUTURO
Un'analisi preoccupata il Rapporto la dedica alla povertà dei minori: "per bambini ed adolescenti - afferma - si traduce in privazioni di ordine materiale e educativo, che produrranno effetti negativi sull'oggi e ancor più sul domani". Significheranno infatti - continua la Caritas citando Save the Children - "mancanza di opportunità, chiusura di orizzonti, impossibilità di raggiungere e fissare dei traguardi". Le stesse difficoltà che, seppur con specifiche peculiarità, vivono anche i cosiddetti giovani-adulti penalizzati nella possibilità di pianificare un futuro e un proprio "piano di vita" . Nuove generazioni, quindi, che rischiano di entrare in un circolo vizioso di povertà da cui sarà difficile affrancarsi, alla luce anche degli alti tassi di disoccupazione registrati".
Secondo la Caritas, "nei momenti di crisi che si dovrebbe sostenere e promuovere l'istruzione all'interno delle famiglie, in modo particolare tra quelle meno abbienti; potrebbe infatti rappresentare per queste ultime l'unico strumento di riscatto sociale"(AGI)