di Massimo Maugeri
Roma - "Un passo avanti verso la verità". Lo dice all'AGI, Jorge Ithurburu, attivista dei diritti umani e presidente dell''Associazione 24 Marzo', che da anni assiste i familiari dei desaparecidos nei processi contro i membri dei regimi militari sudamericani, commentando la notizia delle richieste di condanna all'ergastolo avanzate dalla Procura di Roma contro esponenti delle giunte militari. Ithurburu sottolinea in particolare che la richiesta di assoluzione nei confronti del tenente di vascello uruguaiano, il 72enne Ricardo Eliseo Chavez Dominguez, già capo delle operazioni speciali del Fusna (il servizio segreto della Marina Militare), "rafforza la possibilità che si possa arrivare alla condanna" nei confronti di Jorge Nestor Troccoli, l'unico tra i militari coinvolti nel 'Piano Condor' residente in Italia (a Battipaglia). "Sia Troccoli che Chavez sono stati sentiti dalla procura - ricorda Ithurburu - ma nei confronti del primo ci sono certamente molti più elementi per arrivare a una condanna. La richiesta dei pm toglie alla corte l'imbarazzo per la richiesta di assoluzione di Chavez Dominguez. Credo si possa dire che la strategia processuale è condivisibile. E' un passo avanti per ristabilire la verità". Ithurburu, argentino che vive da molti anni in Italia, lavora da oltre 30 anni con l'Associazione 'Abuelas de plaza de Mayo' e nel 1994 collaborò per ottenere l'estradizione in Italia di Erich Priebke, il 'boia delle Fosse Ardeatine'. Sette mesi fa, in occasione del 40esimo anniversario del 24 marzo 1978, giorno del colpo di stato della giunta militare in Argentina, era stato ricevuto da papa Francesco assieme a Cecilia Romero, la nipote di monsignor Romero, il vescovo ucciso in Salvador nel 1980. (AGI)