Roma - Salvatore Tutino non sara' il nuovo assessore al Bilancio del Comune di Roma. A quanto viene confermato dal suo ufficio, il giudice della Corte dei Conti, che voci sempre piu' insistenti davano in procinto di entrare nella giunta della sindaca grillina, ha deciso di non assumere l'incarico a causa delle polemiche sul suo nome all'interno del Movimento 5 Stelle. "E' una delle persone che stavamo analizzando. Ma il nome arriverà presto", ha commentato Virginia Raggi ai microfoni di Sky tg24.
Roma 2024, Raggi "il no non c'entra non corruzione"
"Se mi trovo a essere attaccato dal movimento che deve sostenere questa giunta è piu' giusto lasciar perdere. Resto alla Corte dei Conti a fare il mio lavoro", ha detto all'Agi Salvatore Tutino, spiegando la sua decisione. "Mi dispiace molto - ha aggiunto - pensavo di poter dare il mio contributo, ma denuncio la mia impotenza. Sono rimasto perplesso, poi rammaricato, poi ho lasciato perdere: ho capito che non e' te che vogliono attaccare, ma vogliono attaccare altri". In Campidoglio, spiega ancora Tutino, "ho trovato anche persone corrette. Raggi mi ha dato fiducia, mi ha colpito la sua concretezza". Ha quindi osservato: "Ho sentito attacchi nei miei confronti da persone che non ho il piacere di conoscere e loro non conoscono me ne' il mio curriculum. Si sostiene che ho usufruito nel 2013 della nomina alla Corte dei conti per maturare uno stipendio di 300mila euro. Tutte stupidaggini - ha continuato il consigliere della Corte dei Conti - mi dicono che io sono della 'casta'. Sono della 'casta' perche' ho lavorato una vita, ho fatto cento cose tutte con grande piacere e senso delle istituzioni, ho fatto carriera e ho dato un contributo forte, ho lavorato contro l'evasione, ho fatto il mio lavoro".
Il consigliere della Corte dei Conti avrebbe dovuto diventare assessore al Bilancio, dopo le dimissioni di Marcello Minenna. L'assessore aveva rassegnato le dimissioni all'inizio di settembre spiegando in un posto di facebook: "Ho sentito il dovere di rassegnare le dimissioni dall'incarico affidatomi quando ho percepito quello che definirei eufemisticamente un 'deficit di trasparenza' nella gestione della procedura di revoca di quella delicatissima e nevralgica figura amministrativa del Capo di Gabinetto, vero garante della legalita' e trasparenza nella tecno-macchina comunale". (AGI)