CdV - Nella festa dell'Assunta che "ci fa guardare al Cielo" e proclama l'incorruttibilita' del corpo di Maria, Papa Francesco ha evocato le sofferenze di tante donne in stato di schiavitù o vittime di maltrattamenti. Il Pontefice ha rivolto il suo pensiero "a tante situazioni dolorose attuali, in particolare a quelle delle donne sopraffatte dal peso della vita e dal dramma della violenza, alle donne schiave della prepotenza dei potenti, alle bambine costrette a lavori disumani, alle donne obbligate ad arrendersi nel corpo e nello spirito alla cupidigia degli uomini".
"Possa giungere quanto prima per loro l'inizio di una vita di pace, di giustizia, di amore, in attesa del giorno in cui finalmente si sentiranno afferrate da mani che non le umiliano, ma con tenerezza le sollevano e le conducono sulla strada della vita fino al Cielo", ha chiesto con forza parlando alla folla di piazza San Pietro prima dell'Angelus e ricordando che la festa dell'Assunzione di Maria ci dice che il Signore vuole "chinarsi su tutti gli uomini e tutte le donne, umili creature, e assumerli con se' nel cielo. E ci fa pensare a queste donne che soffrono tanto e al Signore al quale chiediamo che le liberi da questa schiavitu'".
Poi il Papa ha parlato delle "vittime innocenti di persistenti conflitti" "che da tempo - ha aggiunto 'a braccio' - vengono perpetuati nel silenzio vergognoso, senza attirare neanche la nostra attenzione. Fanno parte purtroppo - ha detto ancora - dei tanti innocenti che non hanno peso sull'opinione mondiale". A questo proposito ha richiamato le violenze nella Repubblica democratica del Congo: "Alla Regina della pace - ha detto Francesco - che contempliamo oggi nella gloria celeste, vorrei affidare ancora una volta le ansie e i dolori delle popolazioni che in tante parti del mondo sono vittime innocenti di persistenti conflitti. Il mio pensiero va agli abitanti del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, recentemente colpiti da nuovi massacri". "Ottenga Maria per tutti sentimenti di comprensione e desiderio di pace e concordia!". (AGI)