Roma - Al via la vendemmia in Italia che si prevede nel 2016 con una produzione complessivamente in aumento di almeno il 5% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri dello scorso anno anche se con un andamento fortemente differenziato tra le diverse regioni, che varia dalla previsione di crescita del 15% in Puglia al calo del 10% in Lombardia, per effetto del bizzarro andamento climatico. E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che la vendemmia del 2016 e' iniziata quest'anno con un ritardo di quasi una settimana rispetto allo scorso anno quando pero' era stata condizionata dal grande caldo e siccita' con la raccolta piu' precoce dell'ultimo decennio. Il distacco del primo grappolo di uva quest'anno - sottolinea la Coldiretti - e' avvenuto nell'azienda agricola Faccoli in via Cava a Coccaglio, nella provincia di Brescia in Franciacorta con il distacco delle uve Chardonnay per la produzione di spumanti che tradizionalmente sono le prime ad essere raccolte in tutta Italia. Molto dipendera' dai mesi di agosto e settembre ma - sottolinea la Coldiretti - le escursioni termiche degli ultimi giorni con gli abbassamenti di temperature specie quelle minime fanno ben sperare per una annata di buona qualita', dopo un inverno particolarmente mite e un germogliamento anticipato. La primavera - precisa la Coldiretti - ha fatto segnare temperature spesso sotto la media e anche fenomeni di gelate tardive e tempo umido un po' in tutta Italia ma specie nel nord est mettendo a dura prova il lavoro dei viticoltori per garantire la sanita' delle uve. In Italia la vendemmia parte con le uve pinot e chardonnay in un percorso che - precisa la Coldiretti - proseguira' a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concludera' addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello.
Le stime della Coldiretti dunque saranno progressivamente definite perche' molto dipendera' dall'andamento climatico delle settimane precedenti la raccolta. Dal punto di vista quantitativo e' probabile che l'Italia conquistera' anche quest'anno il primato produttivo rispetto alla Francia dove - sottolinea la Coldiretti - le prime stime per il 2016 danno una produzione in leggero calo sul 2015, a causa delle gelate tardive e della forte pressione delle malattie fungine. In Italia se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sara' destinata per oltre il 40 per cento - precisa la Coldiretti - ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola. Nel primo quadrimestre del 2016 le esportazioni di vino Made in Italy sono ulteriormente aumentate del 2 per cento in valore rispetto al record storico fatto segnare lo scorso anno, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, con il risultato che oltre la meta' del fatturato realizzato dal vino quest'anno sara' ottenuto dalle vendite sul mercato estero. Con l'inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunita' di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La vendemmia 2016 - ricorda la Coldiretti - coinvolgera' 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attivita' connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall'industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro. Il futuro del Made in Italy dipende dalla capacita' di promuovere e tutelare le distintivita' che e' stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificita' territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "il vino italiano e' cresciuto scommettendo sulla sua identita' con una decisa svolta verso la qualita' che ha permesso di conquistare primati nel mondo dove oggi 1 bottiglia esportata su 5 e' Made in Italy". (AGI)