Roma - Il blitz all'Ama dei giorni scorsi dell'assessore comunale all'Ambiente, Paola Muraro, e' stato come "un'imboscata, una persona amica, che sai essere corretta e leale, non puo' avere una caduta di stile di qeusto tipo, ma proprio questo mi ha fatto vedere in altra luce altri episodi". Lo ha detto Daniele Fortini, presidente e amministratore delegato di Ama, durante l'audizione di questa sera in commissione Ecomafie, riferendo che lunedi' 25 luglio "ricevo da Muraro una telefonata che mi dice 'passo a salutarti' e invece alle 11,15 mi trovo persone insieme all'assessore per subire quello che e' stato un interrogatorio a telecamere aperte anziche' un confronto tra azienda e assessora su come risolvere i problemi di Roma. Ne ho preso atto, non era questo lo stile dei rapporti che regolavano i rapporti tra me e Muraro. La ferita non erano i blitz ma l'imboscata". Fortini ha aggiunto "Muraro in Ama non era una semplice consulente, non era un persona che gestiva le relazioni con le autorita' terze per quanto di sua competenza ma, in quanto responsabile delle Autorizzazioni integrate ambientali, aveva il compito, ben retribuito, di omologare i rifiuti in ingresso, validare i processi di lavorazione, omologare i rifiuti in uscita. Un compito delicato per il quale Muraro da 12 anni ha la fiducia dell'azienda e che io - ha detto ancora Fortini - non ho mai visto vacillare fin quando e' stata consulente". L'ad ha aggiunto che "Muraro e' stata persona influente in Ama, non uno dei tanti consulenti. Non e' stata una semplice consulente per monitorare le Aia e riferirsi alle autorita' preposte al controllo".
"Giovedi' prossimo lascero' indiscutibilmente ogni incarico in azienda", ha poi ribadito il presidente e amministratore delegato di Ama. Nel settore rifiuti c'e' per l'amministrazione comunale di Roma un "pericolo di condizionamento dall'esterno", ha aggiunto sul ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essa correlati. Fortini - che alla commissione ha portato un master plan relativo al settore - ha anche detto che nella Capitale non esiste un ciclo integrato dei rifiuti urbani, e questo finisce con il costituire un "punto di vulnerabilita' molto forte" circa la possibilita' di messa in sicurezza sanitaria ed igienica di Roma. Una citta' dove - stando a cifre Ama - sono prodotti ogni giorno circa 5mila tonnellate di rifiuti, di cui 2mila di tipo differenziato e avviati a recupero. Oggi i 4 Tmb (gli impianti di trattamento meccanico-biologico) di Roma costituiscono paradossalmente i piu' grandi impedimenti alla possibilita' di generare prodotti dalle raccolte differenziate. Fortini ha detto che gli attuali a Roma hanno una capacita' per 3000 tonnellate al giorno, ma lo sono "solo sulla carta", sebbene proprio 3000 tonnellate al giorno e' il fabbisogno di Roma e quegli impianti sembrerebbero dare sicurezza. Gli impianti di Colari assorbono 1200 tonnellate al giorno; 300 tonnellate al giorno sono riservate per i comuni di Ciampino, Fiumicino e Stato del Vaticano. "Il nostro fabbisogno - ha detto inoltre l'amministratore di Ama - genera un aumento dei prezzi, e lo paghiamo noi che abbiamo bisogno degli impianti degli altri e che ce li mettono a disposizione non per carita'...". Roma ha bisogno di collocare 250mila tonnellate all'anno di rifiuti fuori dal proprio territorio. E la situazione vede inoltre gli impianti Tmb in funzione a Roma avere tecnologie ormai "vetuste".
Fortini si e' dilungato sui Tmb, sostenendo che - allo stato attuale, per le condizioni in cui e' la situazione - essi finiscono con il creare "rifiuti da rifiuti", divenendo cosi' per assurdo "il piu' grande impedimento all'economia circolare", ovvero creare prodotti da riciclo. Ha fornito codici e spiegazioni tecniche: nei Tmb entrano rifiuti con classificazione Cer (Codice europeo rifiuti) 20 03 01 ed escono con la nuova classificazione 19 12 11, cioe' combustibili; 19 12 12, speciali; 19 03 03, cioe' Fos (frazione organica stabile); 19 03 01 Fos da smaltire in discarica. I Tmb sono impianti che separano la parte combustibile dei rifiuti da quella umida e generano scarti da trattare o da smaltire. Tutto questo si traduce nella constatazione che i Tmb devono essere accompagnati dal disporre di inceneritori e discariche per il ciclo integrato. Come dire che se ci sono gli uni, devono esserci gli altri. E andando nel dettaglio delle condizioni degli attuali Tmb, Fortini ha detto chiaramente che quello di Colleferro e' "un rottame", non funziona nelle ore programmate o previste, oltre che rompersi piu' volte. L'impianto che c'e' sulla via Salaria e' a sua volta "un'aberrazione", e Fortini ha sostenuto che "li' andrebbe fatta tabula rasa perche' la degenerazione, il degrado sono immediatamente percettibili", come pure e' evidente il senso di abbandono evidenziato dalla presenza di ruderi, manufatti degradati. Un impianto da "smantellare" e sostituirlo con un impianto che consente il recupero di materia, "nulla di piu' e' prevedibile in quell'area" e lo stesso si potrebbe fare per il Tmb di Rocca Cencia.
"Miracoloso che Roma non abbia vissuto e non viva mai le crisi vissute di Firenze, Milano, Napoli. Crisi clamorose, vissute da Madrid solo un anno fa, Atene, Amsterdam, dove si sono verificate situazioni estreme, di vera e propria emergenza. E' gia' un miracolo togliere 5mila tonnellate di rifiuti al giorno". Lo ha detto Daniele Fortini, presidente e amministratore delegato di Ama, nel corso dell'audizione questa sera davanti alla commissione Ecomafie. Fortini ha riferito che la crisi di luglio si e' accompagnata all'impossibilita' di portare 300 tonnellate al giorno a Frosinone, "e l'intasamento toglie la possibilita' di togliere i rifiuti dalle strade". In piu', si attendevano 100 mezzi per portare via la Fos, e altri scarti, e ne sono arrivati 80-85, "quei fornitori saranno sanzionati ma resta il fatto che se un camion non arriva i rifiuti restano per strada". Inoltre, il ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti ha avuto un intoppo: la gara bandita da Ama "si e' risolta con l'impossibilita' di una aggiudicazione". E' stato chiesto al fornitore del servizio di continuare in attesa della nuova gara, "ma ha detto no". E quindi i lotti per la raccolta dei rifiuti ingombranti in strada sono stati affidati, mentre per la raccolta a domicilio non ha trovato risposte.
"Non e' stata l'Ama a far diventare Manlio Cerroni il 'supremo', al contrario questa Ama ha contrastato con ogni forza e strumento messo a disposizione dalla legge il dominio assoluto che quel gruppo industriale aveva sulla citta' di Roma", ha detto Daniele Fortini durante l'audizione di questa sera in commissione Ecomafie dedicata all'emergenza rifiuti nella capitale e parlando del gruppo CoLaRi. Fortini ha definito il tritovagliatore di Rocca Cencia "un imbroglio che ho denunciato all'autorita' giudiziaria nell'estate 2015 e che ho cominciato a contrastare dopo 4 mesi dal mio arrivo a Roma". L'ad di Ama ha anche detto che "non ci voleva il mago per capire che non si poteva pagare piu' di quanto il mercato diceva, e in modo unilaterale ho allineato il pagamento a quelle stabilite dalla regione Lazio per il conferimento ai Tmb. Il gruppo Cerroni non l'ha presa bene, e ancor meno il fatto di aver bandito una gara europea per quei rifiuti sui quali quel gruppo ritiene di avere diritto di proprieta' esclusiva". Fortini ha sollecitato per Roma una "cabina di regia" per dotare la citta' della possibilita' di "essere libera, autonoma, indipendente". Quindi ha sostenuto che le responsabiltia' soggettive di Ama "non sono decisive e determinanti della capacita' di garantire la sicurezza della gestione del ciclo dei rifiuti, ovvero le crisi non dipendono da Ama, dai netturbini, dalla nostra gestione degli impianti e di tutte le attivita' correnti che l'azienda sa fare. Certo ci sono anche i fannulloni, quelli che giocano con i cellulari o stanno troppo al bar..". (AGI)