Roma - "Ad uccidere Fortuna è stato Titò". Lo ha confermato la bambina di 13 anni di Caivano che è stata sentita questa mattina nel corso di un incidente probatorio condotto da gip e pm di Tribunale e Procura di Napoli Nord che hanno portato all'arresto di Raimondo Caputo, soprannominato Titò, accusato di aver prima violentato e poi ucciso la piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni trovata cadavere il 24 giugno del 2014 al parco Verde di Caivano.
Dal suo canto Caputo, dopo le accuse della 13enne, ha reso dichiarazioni spontanee accusando del delitto la compagna, che era presente all'interrogatorio, e la prima figlia della donna, amichetta del cuore di Fortuna, anche lei tra le accusatrici di Caputo. "Non e' vero niente di quello che e' stato detto, non sono stato io ad uccidere Chicca.
Sono state la mia compagna e sua figlia", ha detto l'indagato. "Ci sono troppi aspetti ancora da chiarire su questa vicenda . Ho forti dubbi sulla credibilita' delle ragazzine", ha detto invece l'avvocato Paolino Bonavita, che assiste il 44enne in carcere per l'omicidio di Chicca. "Sono usciti anche altri nomi su cui bisognera' necessariamente approfondire", ha concluso il penalista. (AGI)