Roma - A poche ore dal tentato suicidio di un detenuto straniero nel carcere di Lucca, sventato in tempo dagli uomini della Polizia Penitenziaria, nella Casa di reclusione di Massa un detenuto italiano si e' impiccato in cella. Ne da notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. "Un detenuto italiano, in carcere per reati legati alla tossicodipendenza - afferma Pasquale Salemme, segretario regionale Sappe per la Toscana - si è tolto la vita ieri, impiccandosi alle sbarre della propria cella,con un lenzuolo appositamente legato. A nulla sono valsi gli interventi tempestivi del personale di Polizia Penitenziaria che, nell'occasione, praticava anche le prime manovre di pronto soccorso. D. C, queste le sue iniziali, aveva 39 anni ed era padre di due figli. Figli che, il tribunale dei minori, non gli aveva consentito di vedere per ovvie ragioni di opportunità. Forse, è stata proprio questa la causa del suo gesto inconsulto che gli è costato la vita".
Secondo Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, "questo nuovo drammatico suicidio di un detenuto in un carcere della Toscana evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, nei penitenziari, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza. Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l'organizzazione di un servizio d'intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l'intero istituto dove questi vengono implementati". "Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze", prosegue il leader del SAPPE. "Il dato oggettivo - ha concluso - è che la situazione nelle carceri resta allarmante". (AGI)