Roma - L'"abbraccio" di Mercurio con il Sole appassiona astronomi e osservatori in tutto il mondo. Il transito del primo pianeta del sistema solare, che compie oggi uno dei suoi rari passaggi davanti alla nostra stella, e' visibile in queste ore anche in Italia. L'evento, iniziato alle 13.12, si concludera' intorno alle 20 di oggi, conm passaggio nel centro del disco solare intorno alle 16.30. Il transito di Mercurio avviene con una frequenza di 13-14 eventi ogni secolo, molto piu' spesso quindi rispetto a quello di Venere, che si verifica con coppie di transiti a distanza di 8 anni, separate tra loro da oltre cento anni. Questo accade perche' l'orbita di Mercurio e' piu' stretta e compie un'intera rivoluzione attorno al Sole in un tempo inferiore rispetto a Venere. Tuttavia, non sempre un transito e' visibile dal nostro punto di osservazione, un po' come accade per un'eclissi di Sole, infatti l'ultimo transito di Mercurio visibile dall'Italia risale al 7 maggio del 2003, mentre l'ultimo in assoluto e' avvenuto nel novembre del 2006.
In passato i transiti di Mercurio e Venere furono sfruttati dagli astronomi per confermare la teoria copernicana riguardante la struttura del sistema solare, e per stimare con precisione la distanza media della Terra dal Sole. Il primo transito di Mercurio fu previsto da Keplero, sulla base di accurati calcoli astronomici, e osservato il 7 novembre 1631 da Pierre Gassendi, scienziato e filosofo del Seicento. All'epoca della prima osservazione, si scopri' che Mercurio aveva una dimensione molto inferiore a quella attesa (circa 6 volte piu' piccola del previsto), tanto che Gassendi penso' inizialmente di aver osservato una macchia solare. Questo fenomeno e' stato utile anche per ocnfermare la teria della relativita' di Albert Eintein. Quando Albert Einstein elaboro' la sua teoria della Relativita' Generale, infatti, individuo' proprio nel piccolo pianeta roccioso un ottimo strumento per verificare le sue previsioni. Gli scienziati sapevano gia' dalla seconda meta' dell'800 che l'orbita di Mercurio presentava anomalie rispetto a quanto previsto dalla teoria newtoniana.
Einstein dimostro' che era possibile spiegare la precessione dell'orbita di Mercurio, ovvero la variazione di orientamento nello spazio dell'ellisse tracciata dal pianeta nel suo cammino, da effetti gravitazionali previsti dalla Relativita' Generale. I calcoli di Einstein risultarono esatti, e questa misurazione rimane storicamente la prima prova sperimentale della Relativita' Generale. (AGI)