CdV - Papa Francesco ha voluto dare la sveglia a "un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva". Lo ha fatto nell'importante discorso pronunciato nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, dove gli è stato consegnato oggi il prestigioso Premio Carlo Magno, conferitogli dalla città di Aquisgrana. "Nel Parlamento Europeo - ha ricordato Francesco - mi sono permesso di parlare di Europa nonna. Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale" di un'Europa vecchia e ormai sterile. "Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell'uomo, della democrazia e della libertà?", si è domandato ad alta voce il Papa esortando ad "aggiornare l'idea di Europa" affinché torni ad essere "capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare".
Da Merkel a Renzi, leader dal Papa per il 'Carlo Magno'
"La creatività, l'ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all'anima dell'Europa", ha sostenuto il Papa ricordando che "nel secolo scorso, il Vecchio Continente "ha testimoniato all'umanità che un nuovo inizio era possibile: dopo anni di tragici scontri, culminati nella guerra piu' terribile che si ricordi, è sorta, con la grazia di Dio, una novità senza precedenti nella storia. Le ceneri delle macerie non poterono estinguere la speranza e la ricerca dell'altro, che arsero nel cuore dei Padri fondatori del progetto europeo". "Essi - ha scandito il Papa - gettarono le fondamenta di un baluardo di pace, di un edificio costruito da Stati che non si sono uniti per imposizione, ma per la libera scelta del bene comune, rinunciando per sempre a fronteggiarsi. L'Europa, dopo tante divisioni, ritrovò finalmente se stessa e iniziò a edificare la sua casa". Questa "famiglia di popoli", che per Francesco "lodevolmente è diventata nel frattempo piu' ampia, in tempi recenti sembra sentire meno proprie le mura della casa comune, talvolta innalzate scostandosi dall'illuminato progetto architettato dai Padri. Quell'atmosfera di novità, quell'ardente desiderio di costruire l'unità paiono sempre piu' spenti; noi figli di quel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile e pensando di costruire recinti particolari". Tuttavia, Francesco si è detto "convinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengono all'anima dell'Europa e che anche le difficoltà possono diventare promotrici potenti di unità".
Secondo Francesco, "alla rinascita di un'Europa affaticata, ma ancora ricca di energie e di potenzialità, puo' e deve contribuire la Chiesa". "Il suo compito - ha ricordato - coincide con la sua missione: l'annuncio del Vangelo, che oggi piu' che mai si traduce soprattutto nell'andare incontro alle ferite dell'uomo, portando la presenza forte e semplice di Gesu', la sua misericordia consolante e incoraggiante. Dio desidera abitare tra gli uomini, ma puo' farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandi evangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano il Vangelo, senza cercare altro". "Solo una Chiesa ricca di testimoni - ha concluso il Papa - potrà ridare l'acqua pura del Vangelo alle radici dell'Europa. In questo, il cammino dei cristiani verso la piena unità è un grande segno dei tempi, ma anche l'esigenza urgente di rispondere all'appello del Signore "perchè tutti siano una sola cosa".
"In Ue c'è economia liquida che favorisce la corruzione"
L'Europa deve "passare da un'economia liquida, che tende a favorire la corruzione come mezzo perottenere profitti, a un'economia sociale. Da un'economia che punta al reddito e al profitto in base alla speculazione e al prestito a interesse ad un'economia sociale che investa sulle persone creando posti di lavoro e qualificazione". Lo ha affermato Papa Francesco che - citando parole di Giovanni Paolo II - ha indicato alla Ue l'obiettivio di "un'economia sociale di mercato, incoraggiata - ha detto - anche dai miei predecessori". L'invito di Francesco e' stato dunque ad impegnarsi nella "ricerca di nuovi modelli economici piu' inclusivi ed equi, non orientati al servizio di pochi, ma al beneficio della gente e della societa'". "Questo - ha scandito Bergoglio - ci chiede il passaggio da un'economia liquida a un'economia sociale". Un passaggio che, ha concluso, "non solo dara' nuove prospettive e opportunita' concrete di integrazione e inclusione, ma ci aprira' nuovamente la capacita' di sognare quell'umanesimo, di cui l'Europa e' stata culla esorgente". (AGI)