Roma - Nei primi tre mesi del 2016 il numero dei detenuti nelle carceri italiane è aumentato di 1.331 unità, tornando a far crescere il tasso di sovraffollamento (numero di detenuti rispetto al numero di posti letto regolamentari) che si attesta al 108% secondo l'amministrazione penitenziaria. Lo dice il XII rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, presentato nella sede dell'Associazione stampa romana. I detenuti alla data del 31 marzo 2016 sono 53.495 per una disponibilità di 49.545 posti letto nominali, non tutti realmente fruibili. Almeno 3.950 persone sono prive, al momento, di un posto letto regolamentare e poco meno di 9.000 vivono ancora in meno di 4 metri quadri pro-capite, standard minimo previsto dal Consiglio d'Europa. Nel rapporto si sottolinea comunque che in sei anni i detenuti sono diminuiti di 14.763 unità ma sono cresciuti nell'ultimo anno.
Orlando, ruolo volontariato centrale per il recupero
Oltre un terzo dei detenuti nelle carceri italiane è rappresentato da imputati in attesa di giudizio. Se i detenuti condannati in via definitiva sono 34.580, quelli in attesa di sentenza definitiva sono il 34,6% del totale, contro una media europea del 20,4%. E' invece in linea con quello degli altri paesi del continente il tasso di detenzione di circa 90 detenuti ogni 100mila abitanti. (AGI)
Straniero un detenuto su 3, Orlando "in arrivo vademecum"
I detenuti stranieri rappresentano il 33,45% della popolazione carceraria, contro una media europea del 21%, spiega ancora il documento. Provengono da Marocco, Romania e Albania quasi la metà dei reclusi stranieri, e in generale il 42% di loro non è stato ancora condannato il via definitiva. "Sono dunque evidentemente discriminati nella fase processuale - si sottolinea nel rapporto - tanto piu' che commettono delitti in generale meno gravi". Nei loro confronti si usano le pene detentive in modo ben maggiore e il 70% degli stranieri ha una pena residua da scontare inferiore ai tre anni. Quanti agli italiani, la maggior parte dei detenuti proviene dalle regioni del Sud, il 18,5% (il gruppo piu' numeroso) dalla Campania. Sempre meno le donne, 2.198 (il 4,1% della popolazione carceraria), il cui numero è in diminuzione costante negli ultimi 25 anni. I minori detenuti sono attualmente 449, di cui 284 destinatari di una sentenza definitiva.
"Presto realizzeremo e tradurremo in tutte le lingue un vademecum che dia informazioni sulla vita in carcere e sull'accesso alle pene alternative, così da offrire uguale accesso ai benefici concessi dall'ordinamento a tutti i reclusi a prescindere della loro nazionalita'". E' quanto ha annunciato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenendo alla presentazione rapporto di Antigone. "Dando corso a una direttiva europea, consentiremo così di far conoscere il nostro sistema penitenziario a tutti gli stranieri che vi si imbattono", ha spiegato il guardasigilli.
Duecento gli islamici attenzionati, 19 radicalizzati
Quanto agli italiani, la maggior parte dei detenuti proviene dalle regioni del Sud, con in testa la Campania (18,5%). Sempre meno le donne, 2.198 (il 4,1% della popolazione carceraria), e' in calo costante negli ultimi 25 anni. I minori detenuti sono attualmente 449, di cui 284 con sentenza definitiva. Secondo il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, tra i reclusi ci sono "200 islamici attenzionati, magari perché si tratta di ferventi religiosi che non è detto che siano radicalizzati. Questi ultimi sono solo 19, tutti detenuti nel carcere di Rossano Calabro". "La situazione del sovraffollamento è molto migliorata negli ultimi anni, ma va tenuta sempre sotto osservazione", ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenuto alla presentazione del dossier, e ha aggiunto: "Gli interventi legislativi verso la decarcerizzazione e la crescita significativa delle pene alternative sono gli aspetti di cui vado più orgoglioso perché modificano le condizioni carcerarie in modo strutturale: se fino a qualche anno fa per ogni 4 detenuti c'era un solo soggetto a esecuzione penale esterna, ora il rapporto è quasi di uno a uno". Il dossie indica che 29.679 persone scontano la pena non in carcere: 10.000 ai domiciliari, oltre 12.000 in affidamento in prova e circa 6.500 in lavori di pubblica utilità, mentre 2.300 sono controllate con braccialetto elettronico. (AGI)