Udine - "Tonnellate di latte da buttare perche' sono stati disdetti i contratti e non viene piu' ritirato dalle stalle, dove bisogna pero' continuare a mungere per non far soffrire gli animali". Lo ha denunciato stamane il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo alla mobilitazione di migliaia di allevatori che sono scesi in piazza a Udine. "Il settore agricolo e' stato vittima di scelte di politica generale assunte senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale e ambientale sui nostri territori" ha affermato Moncalvo nel sottolineare anche "i danni provocati all'esportazione dei formaggi italiani piu' tipici come il Grana Padano che era in forte espansione sul mercato russo ed ora e' stato sostituito da dubbie imitazioni soprattutto della Bielorussia, che rappresentano un grosso danno d'immagine al nostro Paese e alle sue produzioni tradizionali". "Ma la commissione Europea ha anche letteralmente sbagliato tutte le analisi e previsioni relativamente al futuro del settore lattiero dopo la fine delle quote, non prevedendo un aumento cosi' repentino delle produzioni soprattutto del nord Europa" ha aggiunto Moncalvo nel ricordare che "la produzione europea del latte sta cosi' esplodendo in alcuni Stati come Irlanda o Olanda che dopo la fine delle quote latte fanno registrare incrementi a due cifre della produzione, mentre in Italia si stimano aumenti del 3 al 4%". "E adesso sulla crisi degli allevamenti l'Unione Europea si comporta come Ponzio Pilato e scarica le responsabilita' sugli Stati Membri", ha concluso Moncalvo nel sottolineare "la mancanza di risposte strutturali di fronte a evidenti squilibri di filiera". Dalla fine delle quote hanno chiuso in Italia almeno 1500 stalle da latte, la maggioranza in montagna, per effetto del crollo del prezzo pagato agli allevatori che e' sceso addirittura al di sotto dei costi di alimentazione del bestiame, su valori di ben quindici anni fa.
Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la meta' delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perche' non e' obbligatorio riportarlo in etichetta. Il prezzo del latte alla stalla - sottolinea ancora Coldiretti - sta letteralmente crollando da 0,44 euro al litro nel marzo 2014 a 0,37 nel marzo 2015 ed e' ora mediamente di 0,33, con punte fino a 0,30 euro in Friuli Venezia Giulia, dove si registrano le quotazioni piu' basse d'Italia proprio per la pressione delle importazioni di bassa qualita'. "La Coldiretti - precisa Moncalvo - e' impegnata in un piano salva stalle per fare in modo che neanche un litro di latte venga gettato" sottolineando che "a rischio ci sono in 120 mila posti di lavoro nell'attivita' di allevamento da latte che e' per meta' destinato ai 49 formaggi italiani a Denominazione di origine Protetta (Dop), un primato a livello europeo". Gia' oggi, a fronte di una produzione nazionale di circa 110 milioni di quintali di latte, sono 85 milioni di quintali le importazioni di latte equivalente dall'estero, sotto forma di concentrati, cagliate, semilavorati e polveri per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori. Si tratta di circa il 40% e c'e' dunque - continua la Coldiretti - il rischio concreto che il latte straniero possa a breve per la prima volta superare quello tricolore. Nell'ultimo anno - denuncia la Coldiretti - hanno addirittura superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall'estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10% dell'intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall'Est Europa che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualita'. (AGI)