Roma - Una storia semplice e bella. Che il popolo di Facebook e di Twitter fa subito sua e trasforma nel trend topic del momento. I social network s'inondano di fiori dai petali colorati, veri e costruiti ad arte. Il piccolo Matteo di Copparo con il suo neologismo 'petaloso' promosso dall'Accademia della Crusca commuove il web e incassa gli elogi di politici, intellettuali e gente comune. E come spesso succede per le piccole cose, la sua storia diventa virale e centinaia di persone condividono l'hastag #petaloso per dare una mano al bimbo di 8 anni e vedere 'petaloso' campeggiare nel vocabolario tra 'petaloideo' e 'petardo'. Sì, perché il parere della Crusca è inequivocabile: “La tua parola è bella e chiara - scrivono gli accademici - ma sai come fa una parola ad entrare nel vocabolario? Perché entri in un vocabolario, bisogna che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola tra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a dire ‘Come è petaloso questo fiore’, ecco allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano”. Ed è così che il web compierà il miracolo.
Dal premier Matteo Renzi ("Grazie al piccolo Matteo, grazie Accademia Crusca una storia bella, una parola nuova") al ministro per l'Istruzione Stefania Giannini ("Bravo Matteo. La lingua e' creativita' e luogo di liberta'") fino all'astronauta Luca Parmitano "Con le sue sette finestre aperte, anche la cupola sembra un fiore petaloso"). Molte le proposte innovative, come quella della enciclopedia Treccani che propone la rivisitazione 'petalosa' di 'A Silvia' di Leopardi e invita ad estendere gli 'esperimenti' ("Noi abbiamo provato con Leopardi, provate anche voi a rivisitare poesie, canzoni o altro con la parola #petaloso). In tanti oggi si sentono sulla Rete si sentono 'petalosi' o invitano ad esserlo. Il tutto nasce da un lavoro in classe sugli aggettivi. "Un mio alunno ha scritto di un fiore che era 'petaloso' - racconta su Fb la maestra Margherita Aurora, della scuola elementare Marchesi di Copparo - la parola, benche' inesistente, mi e' piaciuta, cosi' ho suggerito di inviarla all'Accademia della Crusca per una valutazione. Abbiamo ricevuto la risposta, precisa ed esauriente. Per me vale come mille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo". (AGI)