Napoli - Arrestato con i 'suoi' mentre guarda il Napoli in tv. Una sconfitta su tutti i fronti per il boss di camorra Domenico Ferrara, arrestato dai carabinieri ieri sera nella sua 'casa bunker' di Villaricca, nel Napoletano. Il capo clan stava guardando la partita in tv con alcuni dei suoi affiliati, tra cui alcuni dei sei destinatari del provvedimento di fermo per tentata estorsione che lo riguarda. Con lui anche la moglie e la figlia. I militari dell'Arma avevano circondato la villetta nel parco 'Mondo nuovo', roccaforte del clan. Ci sono stati attimi di tensione con i familiari del boss, e un inutile tentativo di fuga di alcuni componenti della cosca. Durante la perquisizione nell'appartamento trovati anche titoli cambiari.
Il decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea riguarda il boss 60enne Domenico Ferrara, i suoi luogotenenti Vittorio Amato, che è suo cognato, Rocco e Giuseppe Ruocco, Luigi Tambaro, Aldo e Giuseppe Tambaro, tutti ritenuti responsabili di concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Durante le indagini sono stati ricostruiti pesanti tentativi di estorsione in atto ai danni di imprenditori locali, nonche' la capacità di investire capitali illeciti in attività economiche 'pulite'. Nel febbraio 2013, Ferrara era stato arrestato in una altra abitazione del parco, mentre la figlia si esibiva nel talent show per bambini 'Ti lascio una canzone'; nell'appartamento furono trovate due buste con decine di telefoni cellulari. Il sospetto degli inquirenti era che il capoclan avesse fatto votare durante le esibizioni i suoi affiliati per la figlia, condizionando gli esiti della gara. La Cassazione però annullò quella misura cautelare. La villa in cui è stato arrestato Ferrara alle 22 di ieri è strutturata per impedire l'accesso alle forze dell'ordine e proteggere da raid di rivali il boss, con cancellate, porte blindate e videosorveglianza. I 7 fermi ora dovranno essere convalidati dal gip di Napoli Nord. I pm sono intervenuti per la tentata estorsione a un imprenditore che aveva acquistato un immobile commerciale in una asta gudiziaria. L'uomo era stato poi avvicinato da due affiliati del boss e portato al suo cospetto. Ferrara gli aveva chiesto di raccogliere 230mila euro, per firmare cambiali di valore equivalente, a fronte dei 250 mila euro pagati per l'immobile. I carabinieri pero' monitoravano da tempo il clan, anche perche' Ferrara dopo l' annullamento del provvedimento del 2013 era libero ma la loro attivita' di intelligence sul territorio mostrava segnali di una capillare attivita' della cosca nelle estorsioni. (AGI)