Bologna - "L'osservazione di un'onda di gravita' significa innanzitutto un'ulteriore conferma della teoria della relativita' generale, ma non solo: misurare onde gravitazionali e' un passo fondamentale per comprendere meglio la natura dello spazio-tempo e del nostro universo e per scoprire la natura delle dinamiche che governano i processi astrofisici di piu' alta energia": cosi' Maurizio Spurio, docente Unibo, tra i responsabili dell'esperimento Antares parte della rete scientifica di Ligo, da cui e' derivata la scoperta delle onde gravitazionali. In un' intervista rilasciata al Magazine di Unibo, Spurio spiega l'onda di gravita' che ci aiutera' a capire l'universo. Due buchi neri, grandi rispettivamente 36 e 29 volte la massa del Sole, che spiraleggiano avvicinandosi fino a fondersi uno con l'altro, generando di conseguenza un'onda gravitazionale abbastanza grande da poter essere captata sulla Terra.
Ma perche' le onde gravitazionali sono cosi'importanti? "Le onde gravitazionali - spiega il docente dell'Universita' di Bologna - sono emesse da sistemi con masse enormi: riuscendo a "vedere" l'onda possiamo anche ricevere informazioni sui sistemi da cui provengono. Contrariamente alle onde elettromagnetiche, che sono facilmente prodotte dal moto di cariche elettriche, ma altrettanto facilmente assorbite o diffuse, le onde di gravita' sono piu' difficili da rivelare, ma trasportano informazioni sin dai primi momenti del Big Bang e ci possono aiutare quindi a comprendere la parte "oscura" dell'Universo. Le prospettive piu' immediate e interessanti, poi, sono nel campo delle osservazioni astrofisiche "multi-messenger", quelle cioe' che utilizzano contemporaneamente informazioni di onde di gravita', onde elettromagnetiche, raggi gamma, particelle cariche e neutrini.
Osservando ognuno di questi componenti possiamo arrivare a comprendere la dinamica degli oggetti piu' interessanti dell'universo: buchi neri, pulsar, collassi gravitazionali stellari, galassie con nuclei attivi, lampi di raggi gamma e cosi' via". Ma come si fa a "vedere" un'onda di gravita'? "Per molti anni - spiega ancora Spurio - la possibilita' di rivelare onde gravitazionali e' stata ritenuta irrealizzabile, e gli stessi calcoli teorici sulle loro proprieta' fisiche erano talmente complessi che chi doveva progettare un esperimento aveva poche indicazioni su "cosa cercare, cosa fare". A partire dagli anni '60, pero', cominciarono ad essere costruiti degli strumenti di rivelazione che hanno permesso di realizzare diverse ricerche, a cui hanno contribuito in modo significativo anche molti fisici italiani. Negli anni '80, poi, si e' iniziato a lavorare sui primi interferometri, gli strumenti grazie ai quali e' stato possibile realizzare la scoperta di oggi". (AGI)