Roma - Una risposta "inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa": cosi' il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, inaugurando l'Anno giudiziario alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha preso posizione nel dibattito sul reato di clandestinita', escluso dal recente provvedimento sulle depenalizzazioni. La sostituzione di questo reato "con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo, fino al piu' rigoroso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti", ha rilevato l'alto magistrato.
Quella di Canzio, da poche settimane al vertice della Suprema Corte, e' stata un'analisi politica a tutto tondo: "la lotta a ogni forma di criminalita' organizzata o terroristica, anche quella internazionale di matrice jihadista", deve essere condotta, ha detto, "nel rispetto delle regole stabilite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato".
Il nostro Paese "ha sete di giustizia, legalita', efficienza ed efficacia della giurisdizione", ha evidenziato con forza Canzio che, per la Cassazione, ha annunciato anche "decisi e rapidi interventi di autoriforma" poiche' la Corte "versa in uno stato di profonda crisi di funzionamento e di identita'".
Sul reato di clandestinita' e' tornato anche il Guardasigilli Andrea Orlando: "Ci adopereremo nel quadro di una ridefinizione delle regole che disciplinano il fenomeno migratorio per il superamento del reato di immigrazione clandestina", ha ribadito il ministro, che non ha mancato di sottolineare l'azione compiuta dalla magistratura "nella promozione dei diritti civili e delle liberta' fondamentali: erroneamente si e' parlato di supplenza nei confronti della politica. La presunta supplenza si determina quando la politica non sa fare altrettanto".
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Quanto alla lotta al terrorismo internazionale, Orlando ha sottolineato che "il rafforzamento della cooperazione giudiziaria e l'introduzione di nuove fattispecie di reato non hanno comportato un indebolimento del sistema dei diritti e delle garanzie: non possiamo rinunciare a Schengen".
Lotta a jihad nel rispetto della Costituzione
Riforma e autoriforma sono state al centro anche della riflessione del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che ha chiesto al legislatore "strumenti" piu' incisivi per gli interventi del Csm di fronte a "comportamenti opachi e anomali", che portano al "rischio concreto che autonomia e indipendenza siano minate da un affievolimento della credibilita' e della legittimazione". Il procuratore generale Pasquale Ciccolo ha invece puntato il dito contro la "spettacolarizzazione" della giustizia che porta a "veri e propri processi paralleli": e' auspicabile, ha concluso il pg, un "equo contemperamento fra la liberta' di espressione e di stampa e le esigenze di rispetto della vita privata, di riservatezza delle indagini, di presunzione di innocenza, di diritto ad un giusto processo".
Il Presidente Mattarella in Cassazione - Video
(AGI)
(28 gennaio 2016)