Roma - E' scattato il piano di sicurezza straordinario messo a punto dalla questura di Roma per la visita di Hassan Rohani, il presidente iraniano da oggi a mercoledi' nella Capitale. Agenda ricca di impegni quella che attende la maxi delegazione composta da 120 fra imprenditori e uomini politici (compresi cinque ministri): oggi Rohani vedrà Mattarella e Renzi e domani il Papa, ma in programma ci sono anche un intervento al Forum economico e diversi incontri con le aziende italiane; l'apparato di prevenzione gia' predisposto per il Giubileo e' stato ulteriormente potenziato per l'occasione.
All'indomani degli attentati di Parigi - il tour italiano di Rohani era fissato proprio il 14 novembre scorso ma fu rinviato proprio per quel motivo - l'allerta nel nostro Paese è stata elevata dal Viminale al livello 2, il più alto prima di un attacco in corso: gli uomini delle forze dell'ordine che quotidianamente presidiano le strade della Capitale saranno aumentati di numero e come sempre dall'inizio dell'Anno Santo potranno contare sul supporto di 2.200 militari, gran parte dei quali inquadrati nell'operazione 'Strade sicure' e schierati nella vigilanza fissa di oltre mille obiettivi a rischio. Già da ieri sera sono iniziate le bonifiche degli itinerari della delegazione con cassonetti spostati, tombini chiusi e tratti di strada vietati ai parcheggi. Al lavoro anche artificieri e unita' cinofile mentre nelle strade percorse dal corteo - che potranno cambiare a seconda delle necessità - potranno essere utilizzati anche i soliti Jammer per inibire la trasmissione di onde radio e l'uso di comandi a distanza. Massima attenzione anche per il ricorso eventuale a droni. La blindatura della città sarà massima domattina quando Rohani sarà ricevuto in udienza da Papa Francesco ma l'attenzione calerà solo quando il presidente iraniano mercoledì - dopo aver fatto il punto della due giorni con la stampa internazionale - salirà sull'aereo che lo porterà a Parigi. Nel conto vanno messe, inevitabilmente, anche le quasi scontate manifestazioni di protesta dei dissidenti iraniani, decisi a far sentire la loro voce contro la pena di morte e le persecuzioni: secondo 'Nessuno tocchi Caino', le impiccagioni, da quanto è salito al potere Rohani, sarebbero state oltre 2.200. (AGI)
(25 gennaio 2016)