I finanzieri del Nucleo di polizia valutaria di Arezzo hanno eseguito stamane una serie di perquisizioni nelle sedi di 15 societa' che hanno avuto rapporti con Banca Etruria e che operano in svariati settori in Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Secondo fonti investigative, nel corso del blitz sono stati acquisiti tra l'altro nella sede principale dell'istituto di credito i verbali del Consiglio di amministrazione. L'ipotesi di reato e' quella della "omessa comunicazione del conflitto di interessi" da parte dell'ex presidente Lorenzo Rosi e dell'ex consigliere Luciano Nataloni in relazione a finanziamenti concessi dalla banca a societa' loro riconducibili: obiettivo degli inquirenti e' capire se la banca aveva convenienza ad eseguire certe operazioni (i finanziamenti avrebbero generato perdite per 18 milioni di euro), se sono state rispettate le condizioni di mercato e se esistono relazioni tra le aziende in questione. Si tratta del terzo dei filoni di inchiesta aperti dalla Procura di Arezzo sul dissesto finanziario dell'istituto di credito. I pm coordinati dal procuratore capo, Roberto Rossi, indagano infatti anche sul reato di ostacolo alla vigilanza da parte degli ex vertici (fascicolo aperto nel marzo 2014 dopo la relazione degli ispettori di Bankitalia) e su presunte false fatturazioni. Sulle scrivanie dei magistrati pure i ricorsi di diverse associazioni di consumatori per la vendita di obbligazioni secondarie a risparmiatori che non sarebbero stati messi a conoscenza dei rischi connessi a questi strumenti finanziari. Per Carlo Rienzi, presidente del Codacons, "e' bene indagare a tutto campo per accertare le responsabilita' del default dell'istituto di credito che ha prodotto danni ingenti ai risparmiatori. Avevamo chiesto alla magistratura aretina di verificare se vi fossero soggetti pubblici e privati che con il loro comportamento avessero contribuito a provocare il dissesto economico della banca e, quindi, a danneggiare i risparmiatori. Le perquisizioni odierne vanno proprio nella direzione da noi auspicata". "Probabilmente - ha sostenuto il senatore di FI, Maurizio Gasparri - le perquisizioni porteranno ad accertare che siamo di fronte, per quanto riguarda la Banca dell'Etruria, ad un clamoroso caso di bancarotta fraudolenta. Con possibile coinvolgimento anche di babbo Boschi". (AGI)
(8 gennaio 2016)