Il Governo ha tempo fino al 27 dicembre 2018 per emanare il Decreto Legislativo sul superamento dell'uso degli animali nei circhi, così come previsto dalla Legge n.175 del 2017. Il tempo insomma stringe e l’organizzazione Essere Animali, per ricordare e inchiodare la politica alle proprie promesse ha deciso di diffondere un video dal titolo “Il circo non è divertente per gli animali”.
Ciò che chiede l’associazione è che “non vi sia nessun passo indietro e che la formulazione preveda tempi brevi per il superamento. In tutto il mondo oltre 50 paesi hanno emesso divieti sull’utilizzo di animali, mentre in Italia vige una legge del 1968, vecchia di 50 anni”.
È vero, perlomeno sui numeri, solo in Europa sono 17 i paesi che vietano o limitano fortemente l’uso di animali negli spettacoli, a restare indietro al momento, a parte l’Italia, anche Germania, Francia, Romania e Irlanda. Sono numerose le ricerche svolte sul campo da varie associazioni per combattere una vera e propria campagna di liberazione da quella che viene considerata una “prigionia”. Lo è davvero? Non si sa con certezza, anzi, i circhi a gran voce non solo urlano la propria innocenza ma smontano pezzo per pezzo ogni accusa che gli viene rivolta.
Circo (AFP)
Un documento abbastanza esplicativo si trova alla pagina circoanimali.com, secondo questo report sono 13 i luoghi comuni e le falsità diffuse dai movimenti animalisti circa l’utilizzo degli animali nei circhi, e se fosse tutto vero sorgerebbero non pochi dubbi circa un argomento dove tutti sembrano avere un’opinione unanime senza però aver approfondito evidentemente abbastanza la propria documentazione.
Il parere dei veterinari
Infatti dall’altra parte della barricata di certo non mancano i dati da proporre a proprio supporto: la Federazione dei Veterinari Europei si è espressa contro l’utilizzo degli animali nei circhi dichiarando, nel documento Use of wild animals in traveling circuses - FVE position, che i mammiferi esotici “hanno lo stesso patrimonio genetico dei loro simili che vivono in natura, e mantengono perciò gli stessi comportamenti istintivi e bisogni naturali” che “non possono essere soddisfatti in un circo itinerante; soprattutto in termini di alloggi e di rispetto alla possibilità di esprimere comportamenti normali”.
Anche la FNOVI, la Federazione Italiana Ordine dei Veterinari ha sostenuto che “la soluzione non può che essere la progressiva dimissione degli animali dai circhi”.
E ancora, a quanto pare oltre 650 psicologi hanno sottoscritto il Documento sulle valenze antipedagogiche dell’uso degli animali nei circhi, nelle sagre, negli zoo, dichiarando che “tali contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, sono veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia", auspicando quindi l’introduzione di un divieto dell’uso di animali in queste manifestazioni e aggiungendo che “È urgente che il Governo emani il decreto con cui sarà formulato il graduale superamento".
Circo (AFP)
Italiani schierati
Secondo il Rapporto Eurispes oltre il 70% degli italiani è contrario ai circhi con animali, che ricevono anche notevoli finanziamenti pubblici. "Vogliamo esibizioni con acrobati, trapezisti, giocolieri e non gabbie con animali ridotti a marionette, snaturati e costretti a spettacoli diseducativi per i nostri figli”.
È vero, il suddetto Rapporto Eurispes ci dice che la maggioranza degli italiani non gradisce quello che considera uno sfruttamento degli animali per circhi e zoo. Ma non c’era bisogno di un rapporto ufficiale per accorgersi dello scarso gradimento in Italia (ma anche all’estero) nei confronti di questo genere di intrattenimento, basterebbe notare che l’intero mercato dei circhi è in fortissima crisi, e se si ha qualche dubbio basta consultare un altro rapporto, quello del Censis per Lav, che ci restituisce dei contorni economicamente drammatici sul numero di spettatori in costante calo.
Ma a distanza di un anno dalla Legge sullo Spettacolo che imponeva un impegno da parte del Governo di intervenire sulla faccenda, ancora non si hanno notizie circa le modalità di esecuzione della legge. Il 27 dicembre nel frattempo si avvicina.
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