Enzo Boschi, per 12 anni direttore del'Istituto nazionale di Geofisica, è morto a Bologna a 76 anni.
Dopo aver proseguito gli studi in Inghilterra, Francia e Stati Uniti era stato nominato professore ordinario di Sismologia all'Università di Bologna nel 1975. Dal 1982 era socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dal 1983 faceva parte della Sezione Sismica della Commissione 'Grandi Rischi' dell'allora ministero per il coordinamento della Protezione Civile.
Nel 1988 era stato nominato presidente della commissione per la prevenzione dai disastri naturali del ministero dei Lavori Pubblici. Nel 1989 presidente del Consiglio Nazionale Geofisico (Conag) del ministero per l'Università e la ricerca.
L'avventura con l'Ingv
Dal 1999 al 2011 è stato presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'ente italiano che, fra le altre attività, gestisce la rete di controllo sui fenomeni sismici e vulcanici, e ha organizzato il monitoraggio di tutti i vulcani attivi italiani.
La memoria è uno strumento utile se l’uomo la usa con assoluta efficacia. Se cioè usiamo il ricordo degli eventi del passato per capire come funziona l’ambiente in cui viviamo e i rischi a cui siamo quotidianamente esposti
L'11 agosto 2011 il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, non potendo rinnovare ulteriormente il suo mandato, decise di sostituirlo con Domenico Giardini, allievo dello stesso Boschi e da anni presidente del Centro sismico elvetico.
Scienziato e divulgatore
Ha scritto oltre 200 pubblicazioni, fra cui alcune divulgative. Dopo il terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009 fu processato con l'accusa di omicidio colposo insieme ai componenti della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi (Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce), che si era riunita sei giorni prima del terremoto. L'accusa derivava dall'aver dato rassicurazioni infondate alla popolazione.
Il processo per il terremoto dell'Aquila
Il 22 ottobre 2012 Enzo Boschi era stato condannato a sei anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale durante l'esecuzione della pena, e risarcimento fino a 450 mila euro per le vittime, assieme agli altri partecipanti alla riunione della Commissione Grandi Rischi.
L'appello, conclusosi il 10 novembre 2014, aveva confermato l'esistenza del reato di omicidio colposo, ma condannava il solo De Bernardinis a due anni con pena sospesa essenzialmente per le dichiarazioni rilasciate nell'intervista televisiva prima della riunione.
Il 21 novembre 2015 la Cassazione confermava la sentenza di assoluzione formulata dalla Corte di Appello.
L'ultimo post per Agi
Dal 2017 era uno degli autori di BlogItalia e nel suo ultimo post parlava del rischio di uno tsunami nel Mediterraneo. "E' possibile che si generino tsunami che possono arrivare anche ad essere devastanti" scriveva "Ce lo dice la storia geologica del nostro mare. La placca euroasiatica, quella africana e quella anatolica si scontrano proprio sotto i fondali del mar Jonio e da questo scontro nascono terremoti e vulcani che possono generare tsunami. Fu proprio l’eruzione di un vulcano, quello di Santorini, in Grecia, nel Mar Egeo, uno dei tanti che si trovano nel Mediterraneo, anche vicino alle coste italiane, che ha generato forse l’evento più distruttivo che si sia mai verificato nel mondo e che forse ha provocato la fine della civiltà Minoica".