Il dolce sorriso e l’innato talento di Verena Erlacher si sono spenti all’alba di una giornata di novembre nella sua casa di Plars, frazioncina di Lagundo, paesino in fondo alla valle dell’Adige alle porte di Merano. Aveva 19 anni, Verena ed è morta nel suo appartamento dove viveva con la famiglia (che ha chiesto il massimo riserbo. Anche i funerali saranno in forma strettamente privata). Una morte che ha lasciato il mondo del calcio, e non solo, in un profondo ed incredulo sconforto.
Verena era una giocatrice versatile, dalle spiccate doti tecniche che aveva una cosa diversa dalle altre: quanto segnava un gol esultava già come una campionessa di razza. Era una centrocampista col fiuto del gol. In squadra la chiamavano “Poppa”, un dolce soprannome usato nel gruppo linguistico tedesco.
La sua stella aveva iniziato a brillare da giovanissima. Nata il 10 gennaio del 1999, la Erlacher aveva imparato i fondamentali nelle giovanili del Lagundo dove si era messa in luce tra i maschietti tanto da diventare bomber del campionato under 14. Successivamente la chiamata nelle giovanili del Calcio Femminile Alto Adige, la società che fino a qualche anno fa era la massima espressione del movimento in rosa in provincia di Bolzano.
Ben presto la classe di quella ragazzina che arrivava dal freddo Alto Adige hanno fatto eco a livello nazionale. Una ragazzina brava a scuola e brava nello sport. Il suo cammino nelle squadre azzurre giovanili era iniziato nella primavera del 2015 con la convocazione nell’under 16 per un torneo internazionale in Portogallo organizzato dalla Uefa. Contro le pari età del Belgio aveva posto il suo sigillo realizzando il gol del 2 a 0 definitivo. L’anno successivo nessuno scossone col cambio di categoria. La maglia azzurra della nazionale under 17 per lei era già pronta. Rita Guarino la selezionatrice, che oggi la ricorda con un post (“Non riesco a trovare una minima ragione per un simile dramma. Conserverò nel cuore il suo ricordo come un dono prezioso”), la inserì nella squadra che prese parte alle qualificazioni dell’Europeo under 17.
Verena prosegue a macinare chilometri sui rettangoli di gioco ma soprattutto a segnare. Lo staff tecnico del CF Alto Adige all’età di 15 anni la inseriscono in prima squadra per esordire in serie B. Contribuisce alla storica promozione in serie A realizzando ben quattro reti.
Peter Perez, storico dirigente del CF Alto Adige e fratello dell’ex campionessa di sci alpino Bibiana, ricorda Verena in uno dei suoi momento più belli: "Non potrò mai dimenticare il suo gol di rapina alla Paolo Rossi contro la Roma nella prima partita di ritorno. Lei era una perfezionista, si arrabbiava con se stessa quando non si esprimeva al meglio e seppur giovanissima faceva gruppo in spogliatoio".
La sua freddezza, il suo controllo del pallone, la sua grinta innata, avevano fatto suonare le sirene tedesche. Alcuni club della Germania speravano di poterla annoverare tra le loro file ma lei ha declinato l’invito perché ha sempre preferito restare tra i meleti della sua Plars assieme alla famiglia.
Con la retrocessione del CF Alto Adige ma soprattutto il fuggi fuggi dalla società biancorossa, ha costretto tante giocatrici ad emigrare. Chi nel vicino Trentino, chi fuori regione oppure nell’Unterland Damen, la squadra della Bassa Atesina.
Verena Erlacher ha giocato con le “azzurre” di Cortina all’Adige per una stagione ma non si era trovata particolarmente a suo agio. Ventidue partite e solo un gol. Nell’estate dello scorso anno la decisione di avvicinarsi verso i luoghi d’origine accasandosi nel Maia Alta in serie C dove ha giocato fino alla scorsa primavera. Quest’anno aveva deciso di prendersi una pausa ma ad alcune ex compagne di squadra aveva fatto capire che sarebbe ritornata ad indossare le scarpe con i tacchetti nel 2019 per il girone di ritorno.
Domani la Nazionale in rosa assoluta nell’amichevole di Osnabrueck contro la Germania giocherà con il lutto al braccio. La Lega Nazionale Dilettanti e il Dipartimento Calcio Femminile nell’esprimere il proprio cordoglio ha allegato una foto di Verena scrivendo: "Vogliamo ricordarti così, con questo tuo sorriso contagioso che ti si stampava sul volto ogni volta che scendevi in campo! Ciao Verena! ".