Cinque ragazzi che stanno per laurearsi al Politecnico di Milano hanno un grande progetto: verificare palmo a palmo quanto è inquinata l’aria della città, utilizzando un vaso, e renderla più pulita. “Vogliamo che Milano diventi la metropoli più mappata del mondo – racconta all’AGI Carlo Alberto Gaetaniello, 24 anni, prossimo ingegnere – io e gli altri quattro membri del team veniamo da fuori e, quando siamo arrivati qui per studiare, abbiamo faticato a capire come una città così avanti su tutti gli aspetti fosse così indietro sul tema dell’inquinamento. Ci siamo accorti di due fatti fondamentali: l’inquinamento urbano è un fenomeno iperlocale che cambia da strada a strada e da quartiere a quartiere e le infrastrutture di monitoraggio, che dovrebbero controllare questo problema, sono del tutto insufficienti”.
A Milano, questo è stata la molla dello stupore che ha attivato i ragazzi: “In tutta la città, ci sono solo due centraline che misurano la presenza di PM2,5, uno degli inquinanti più pericolosi”. Carlo Alberto, Paolo Barbato, Andrea Bassi, Fulvio Bambusi e Andrea Torrone, quattro futuri ingegneri e un designer, si sono messi in testa di creare una mappa dell’aria iper dettagliata e ‘real time’ con l’obiettivo di conoscere la situazione in modo capillare per poi elaborare soluzioni.
Parlandone ai milanesi, hanno capito che un aiuto decisivo sarebbe arrivato proprio da chi la respira: “Ci siamo accorti che a Milano c’è una sensibilità forte da parte dei cittadini che vogliono attivarsi per risolvere i problemi. E allora, abbiamo pensato, diamogli strumenti per partecipare”. Così hanno creato la community ‘Milano Aria Pulita’, che conta giù un migliaio di persone, e iniziato a distribuire dei sensori di test da mettere sui balconi ai volontari. Il progetto ha riscosso immediato entusiasmo sui social e anche in un meetup molto partecipato mentre i ragazzi hanno lavoravano su qualcosa di più grande, “che abbiamo desiderato così tanto da dargli un nome di persona”.
Arianna è il vaso per piante da mettere in giardino, sul balcone, ovunque possa annusare l’aria. “Dentro ha nascosto un sensore di qualità dell’aria che è totalmente autonomo perché usa l’energia solare e non ha bisogno di cavi né batterie. Il sensore invierà i dati ai nostri server e ci darà la possibilità di mappare l’aria”.
Per realizzare il progetto, gli studenti lanceranno un crowdfunding civico a ottobre. “Chi ci vorrà aiutare potrà farlo in due modi: o da ‘pioniere’, dando una quota minima per contribuire alla mappatura, oppure da ‘ambassador’, con una donazione più alta che darà diritto a ricevere a casa una ‘Arianna’. L’ambizione è distribuirne almeno 200 a Milano per avere, giurano gli studenti, "la città con la mappa dell’aria più capillare nel mondo".