Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto alle Camere (a norma dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione), una nuova deliberazione in ordine alla legge: "Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo". La legge sulle mine antiuomo tanto attesa. Il testo, per il presidente, non va, bisogna modificarlo. Non era ancora mai successo che Mattarella rimandasse indietro al Parlamento una legge. Legge che è stata votata da tutti i gruppi parlamentari, praticamente all'unanimità, dunque non aveva un preciso indirizzo politico.
I rilievi del presidente
Il provvedimento - si legge in una nota del Quirinale - presenta, infatti, profili di evidente illegittimità costituzionale. L'art. 6, comma 2, della normativa in esame, in contrasto con la finalità dichiarata, determinerebbe l'esclusione della sanzione penale per determinati soggetti che rivestono ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società di intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati); per altri soggetti, privi di questa qualificazione, sarebbe invece mantenuta la sanzione penale, che prevede la reclusione da 3 a 12 anni, oltre alla multa da euro 258.228 a 516.456. Questo - si legge ancora - contrasta con l'art.3 della Costituzione che vieta ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta. Inoltre la norma in questione, violando l'art. 117 della Costituzione, si pone in contrasto con le convenzioni di Oslo e di Ottawa a suo tempo ratificate con le leggi n. 106 del 1999 e n. 95 del 2011 che richiedono sanzioni penali per tutti i finanziatori degli ordigni vietati. La normativa in esame determinerebbe invece la depenalizzazione di alcune condotte oggi sanzionate penalmente. In sostanza, la legge salvava i banchieri.
La mancata promulgazione della legge non determina alcun vuoto normativo in quanto mantiene in vigore l'attuale regime sanzionatorio di carattere penale.
La legge sulle mine antiuomo - ricorda Il Secolo XIX - è stata approvata in via definitiva il 3 ottobre, dopo sette anni di iter parlamentare. Prima firmataria è la senatrice Silvana Amati e il testo si ricollega alla Convenzione di Oslo che indica, tra le attività penalmente perseguibili, il supporto finanziario a produzione, stoccaggio commercio ed uso delle bombe a grappolo (cluster). La legge è stata fortemente sostenuta da numerose associazioni che hanno dato vita alla Campagna Italiana Contro le Mine.
Una legge molto attesa dalle associazioni
"La legge - aveva commentato la Rete per il Disarmo dopo la sua approvazione - prevede di fatto il divieto degli investimenti finanziari a favore di industrie che producono in Paesi terzi vietando, totalmente, a intermediari finanziari e creditizi, a fondazioni e a fondi pensione, di finanziare società che, direttamente o avvalendosi di società controllate o collegate, svolgono attività di costruzione, sviluppo, assemblaggio, riparazione, conservazione, ricerca tecnologica, utilizzo, stoccaggio, detenzione, promozione, vendita, distribuzione, importazione, esportazione e trasporto di mine anti-persona e di munizioni a grappolo o anche solo di parti di esse. Definendo, inoltre, le modalità di verifica e controllo da parte degli organismi di vigilanza. In particolare, all’art. 2, si prescrive che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento, gli organismi di vigilanza emanino, di concerto tra loro, apposite istruzioni per l’esercizio di controlli rafforzati sull’operato degli intermediari abilitati. Nel medesimo termine, essi provvedono a istituire l’elenco delle società operanti nei settori individuati dall’articolo 1, indicando l’ufficio responsabile della pubblicazione annuale del medesimo elenco".
I numeri di una strage continua
Mine antiuomo: uccidono oltre 6400 persone l’anno. Il trattato di Ottawa, per il bando delle mine antipersona entra in vigore nel 1999, l’80% dei paesi del mondo lo sottoscrivono, eppure le mine deturpano, rendono ciechi, sordi, storpi, mutilati migliaia di persone che vivono in paesi in guerra. Lo scrive Repubblica in una inchiesta dello scorso aprile. "Nel 2015 si calcola siano rimaste ferite o uccise 18 persone al giorno per un totale di 6460 vittime. Sebbene l’uso delle mine sia limitato, vengono utilizzate soprattutto in Myanmar/Burma, Libia, Siria.
Cluser bombs: distruggono i civili, la metà bambini. La Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) entra in vigore nel 2010, a oggi è sottoscritta da 119 paesi. Nel periodo 2010-2014 i civili hanno rappresentato il 92% delle vittime di cui è stato possibile registrare lo status. La metà è rappresentata da bambini. Attualmente l’emergenza è rappresentata dallo Yemen, che nel 2015 ha registrato il 98% di vittime civile (di cui il 30% bambini) e dalla Siria, dove nel 2014 si sono registrati 383 incidenti, con il 94% di vittime civili (di cui il 40% bambini). Leggi qui l'inchiesta integrale.