Papa Bergoglio ne aveva parlato ai giornalisti di ritorno dal viaggio in Irlanda. "Ho visto un filmato in cui si vede cosa succede a coloro (i migranti, ndr) che sono mandati indietro. Sono ripresi i trafficanti e le torture più sofisticate", aveva detto Francesco. E oggi il quotidiano Avvenire è tornato sull'argomento pubblicando due fotografie, "le meno cruente", tratte dai filmati sui lager di Tripoli che più di ogni altra parola confermano come "la Libia non sia affatto quel porto sicuro dove si vorrebbe ricacciare indietro chi scappa da fame e guerre".
Ci sono ragazzi legati e appesi a testa in giù, denudati, presi a sprangate o torturati con coltelli e machete. Ce ne sono altri picchiati a sangue e immortalati con un telefonino perché quel video venga poi girato "ai suoi parenti per chiedere soldi" per "porre fine a quel supplizio". C'è la decapitazione in nove secondi di "un uomo, deperito e inerme, rassegnato alle sessioni di botte e minacce convinto che anche stavolta gliele daranno ma lui sopravviverà ancora".
"Il pontefice - rivela il giornale - in silenzio ha osservato quei drammi, prima solo raccontati dalle cronache, ora visibili agli occhi... Il Papa non ha visto solo il dolore, lo spavento, il pianto di chi subisce. C'è anche la smorfia dell'essere umano dalla faccia normale, che in un istante svela un'altra natura. E percuote, sadico e spietato, per gusto e per denaro. Per intimorire gli schiavi e le schiave". Per questo - conclude l'articolo - "il Papa, alludendo a chi vorrebbe i respingimenti, aveva detto che prima di 'mandarli indietro si deve pensare bene'".
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