Ore di caos intorno alla Sea Watch 3, la nave con a bordo 47 migranti, dopo che su disposizione dell'autorità giudiziaria, gli uomini della Guardia di Finanza e della Capitaneria sono saliti a bordo per procedere al sequestro probatorio.
I migrantisono stati sbarcati a Lampedusa, ha riferito Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch. "Siamo vicini alla nostra nave, al comandante ma soprattutto ai naufraghi che finalmente verranno sbarcati a Lampedusa". I primi due sono una donna incinta e una persona che viaggiava con lei perché bisognosi di cure.
"La magistratura faccia come crede", hanno fatto sapere fonti del Viminale, ma il ministero dell'Interno "continua e continuerà a negare lo sbarco da quella nave fuorilegge". Il ministro dell'Interno "si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, dal quale è lecito attendersi indicazioni precise sui presunti scafisti presenti a bordo. Resta un tema fondamentale: la difesa dei confini nazionali e l'ingresso in Italia di un gruppo di sconosciuti dev'essere una decisione dalla politica (espressione della volontà popolare) o di magistrati e Ong straniere?". In sostanza, "la vicenda Sea Watch 3 conferma una volta di più l'urgenza di approvare il decreto sicurezza bis già nel Consiglio dei ministri di domani, per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro".
Dopo il sequestro la nave è stata indirizzata a Licata, come ha reso noto il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio. "La Guardia di Finanza di Palermo e la Guardia Costiera di Lampedusa - scrive - hanno eseguito nel pomeriggio di oggi il sequestro probatorio per violazione dell'articolo 12 del testo unico sull'immigrazione (che punisce chiunque promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato, ndr) ponendo il mezzo navale a disposizione di questa Procura che ne ha disposto, previo sbarco dei migranti, il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata".
Tra i migranti, affidati alla Questura di Agrigento per la identificazione, si cercheranno gli eventuali trafficanti scafisti, ma si cercherà anche di far luce sulla condotta della Ong.
"Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina chiunque sarà disponibile a far sbarcare immigrati da una nave fuorilegge. Questo vale anche per organi dello Stato" ha detto Matteo Salvini, "Se c'è qualche procuratore pronto a indagare Matteo Salvini - ha aggiunto - Se c'è qualche giudice che vuole fare il ministro si candidi. Altrimenti rispetti le indicazioni del ministro. Non scende nessuno. Già in passato abbiamo assistito a sequestri di navi delle Ong poi finiti in nulla. Finché il ministro sono io, nego l'autorizzazione allo sbarco. Per quanto mi riguarda, anche in caso di sequestro della nave non deve scendere nessuno a terra. Chi la pensa diversamente, se ne assuma la responsabilità. Per me possono stare lì fino a ferragosto. Gli porto da mangiare e da bere ma stanno lì".
Salvini ha quindi fatto riferimento al procuratore di Agrigento: "E' quello che mi ha indagato per sequestro di persona. Se li farà sbarcare, ne prenderò atto e valuteremo nei suoi confronti il favoreggiamento dell'immigrazione clandestinà".
Dio sponda replica il vicepremier Luigi Di Maio: "Non accetto da nessuno che si accusi il movimento sulla politica migratoria che l'M5S ha tenuto con rigore" dice, parlando a Milano, a un'iniziativa elettorale del Movimento. "Non accetto che il ministro dell'Interno dice che se stanno sbarcando dalla Sea Watch è perché i ministri 5 Stelle hanno aperto i porti. La nave è stata sequestrata dalla magistratura e, quando c'è un sequestro, si fanno sbarcare obbligatoriamente le persone a bordo", aggiunge. "Non accusi il M5S e legga le leggi dello Stato", conclude.
Alla polemica si è unito anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. "Porti chiusi a Seawatch come a tutte le navi che non rispettano le convenzioni internazionali. Salvini, se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito del sottoscritto in Tv" si legge in una nota. "E' evidente che l'epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo. Magari il ministro dell'Interno si informi prima di parlare. E trovi soluzioni vere sui rimpatri, non ancora avviati a distanza di un anno da quando, come titolare del Viminale, è il responsabile della sicurezza nazionale".