"La missione navale Sophia ha un bel nome ma spesso non bellissimi risultati. Ho chiesto di condividere i porti di sbarco. Se anche a fronte di questo nuova richiesta otterremo un "no" dovremo valutare se continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta "è internazionale ma di fatto è tutta a carico di 60 milioni di italiani e di un solo Paese". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini parlando di migranti nel corso di una conferenza stampa organizzata a Venezia. "Al momento abbiamo ricevuto un sacco di no da Macron e da altri - ha concluso - abbiamo quasi esaurito tutti i "bonus dei no". Poi faremo da soli, di sicuro non ci manca la fantasia e le capacità".
Trenta: l'Europa si gioca l'immagine
"Per certi versi Sophia dimostra che l'Europa sa essere un security provider, ma penso che su Sophia si giochi l'immagine dell'Europa". Così la ministra della Difesa nel suo discorso alla riunione Difesa Ue, in cui ha chiesto condivisione degli oneri, illustrando la proposta italiana per le modifiche delle regole della missione Sophia. "Siamo aperti a tutti i suggerimenti, che riflettano il concetto secondo cui l'Europa e' pronta a rispondere alle sfide che la riguardano. La nostra proposta mira ad introdurre una rotazione dei porti di sbarco e una unita' di coordinamento che assegni il porto al Paese competente, l'auspicio e' che oggi venga aperto un dibattito su questo fronte, noi siamo qui per questo. Anche perchè se tutti ne traggono beneficio da Sophia è naturale che anche gli oneri vengano condivisi equamente: sin dall'avvio l'Italia ne sopporta invece gli oneri maggiori, ad iniziare da quello per cui tutte le persone salvate in mare vengono sbarcate in Italia e non vi e' alcun meccanismo di redistribuzione degli stessi tra Stati Membri", ha spiegato Trenta.