“Tre mesi dopo la stretta di Salvini sull'immigrazione comincia a farsi sentire e l'effetto pratico rischia di trasformarsi in un micidiale boomerang”. Lo scrive oggi il quotidiano Repubblica, che pubblica un rapporto dell’Ispi sugli effetti della politica del governo sui richiedenti asilo. Una stretta notevole che, secondo l’Istituto per gli studi di politica internazionale (che ha elaborato dati del Viminale) ha già prodotto 12.450 nuovi irregolari (nei tre mesi di vita dell’esecutivo giallo-verde).
Inevitabile, scrive Repubblica, quando all'aumento dei dinieghi di protezione non corrisponde un analogo aumento dei rimpatri effettivi, solo 1.350, il cui trend si conferma in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Di più: a ingrossare le fila dei nuovi irregolari sta per arrivare un consistente numero di persone a cui non verrà rinnovata la protezione umanitaria secondo le nuove indicazione fornite da una circolare del ministro dell'Interno”.
Il quotidiano racconta come Salvini si era subito lamentato perché i primi numeri non avevano assecondato i suoi desiderata, ma a luglio le commissioni che esaminano le richieste di asilo dei migranti sono state più solerti e la percentuale dei permessi per protezione umanitaria è scesa dal 28 al 22 per cento. “Se, incrociando questi tre elementi (rimpatri effettivi, dinieghi di protezione e revoca di protezione umanitaria), il trend dovesse essere confermato, la stima dell'Ispi è che in due anni il numero dei migranti irregolari passerebbe dai 490 mila del 2017 a 550 mila nel 2019”.
Leggi qui il servizio integrale di Repubblica
Ma il ministro dell'Interno resta convinto che la politica dei respingimenti deve ancora dare i suoi frutti migliori in termini di riduzione degli sbarchi sul suolo italiano. Ha dichiarato a Radio24: "Primi risultati concreti arriveranno entro settembre: nuovi accordi che non c'erano, perché nessuno li aveva mai immaginati e costruiti, con i Paesi di provenienza dei migranti per riammissioni volontarie o espulsioni coatte. Oggi gli accordi bilaterali ci sono solo con quattro Paesi e funzionano sostanzialmente solo con la Tunisia. Non so chi c'era prima di me come passava il suo tempo".
Ancora: "L'anno scorso al 3 settembre erano sbarcate in Italia piu di 100 mila persone: quest'anno, sarà fortuna demagogia o populismo, siamo fermi a 19 mila: qualcosa di positivo evidentemente si è fatto. Abbiamo un arretrato ereditato di 140 mila domande di asilo politico inevase - ha aggiunto -, se quest'anno invece di 120 mila ne sbarcheranno 30 mila avremo molte meno domande da esaminare l'anno prossimo; abbiamo 160 mila presenze negli alberghi per una spesa annua di 5 miliardi di euro. Meno arrivi significano meno morti e meno costi economici".
#Salvini: l’anno scorso al 3 settembre erano sbarcate 100mila persone, quest’anno siamo a 19mila. Ong sono sparite. Sarà fortuna? Per me qualcosa si è fatto. #24mattino
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 3 settembre 2018
Dal canto suo l'ex titolare del Viminale, Marco Minniti, in una intervista alla Verità ha ribadito che la sua linea sui migranti era molto diversa da quella di Salvini "Ho spiegato tante volte che il mio progetto sull'immigrazione, se avesse potuto compiersi, si sarebbe chiuso con lo ius soli. È il contrario della Lega. Mettere in sicurezza la legalità, affermare i doveri, riconoscere diritti a chili merita".
Rimpatrieremo 500mila migranti! annunciava il ministro degli Interni. Nei primi tre mesi di feste e comizi, i rimpatri sono diminuiti del 30% https://t.co/rDeMfaESJu
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 3 settembre 2018
Ed è l'ex premier Paolo Gentiloni a riprendere il rapporto Ispi per affermare via Twitter che durante questi tre mesi i rimpatri di migranti irregolari sia in realtà diminuito del 30%
Scrive Repubblica: "La stretta anti-immigrati di Salvini avrebbe come effetto paradossale di creare 60 mila nuovi irregolari in due anni, per intenderci migranti che (non essendo fisicamente riportati indietro e non avendo alcun diritto a forme di accoglienza) andrebbero ad aggiungersi a quanti sono costretti a vivere ai margini delle città, in condizioni sociosanitarie non dignitose e che, come confermano gli ultimi dati disponibili, finiscono con il commettere reati 20 volte di più dei migranti regolari. Insomma, tutto quello che spaventa quel pezzo d'Italia (ben il 73% secondo l'istituto Cattaneo) che ha una percezione distorta del fenomeno immigrazione, ritenendo che nel nostro Paese ve ne siano quattro volte di più".