Un sindaco "spregiudicato" che, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, organizzava veri e propri "matrimoni di convenienza" tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano. È quanto si legge negli atti dell'operazione "Xenia" dei finanzieri del Gruppo di Locri che hanno eseguito, alle prime luci dell'alba, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Lucano, sindaco del Comune di Riace ed il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem. Tempo fa, per la sua attività, il primo cittadino fu inserito dalla rivista "Fortune" fra le 50 personalita' piu' influenti nel mondo. La cittadina calabrese era stata finora considerata un modello d'accoglienza e integrazione.
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Dalle indagini, scrivono gli inquirenti, sarebbe emerso come Lucano e la sua compagna avessero architettato degli "espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci", volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l'ingresso in Italia di migranti. "Particolarmente allarmanti", si legge ancora, si sono rivelate "non solo la lunga serie di irregolarità amministrative e di illeciti penalmente rilevanti che costellavano la realizzazione del progetto, ma anche e soprattutto l'estrema naturalezza con la quale Lucano e la sua compagna si risolvevano a trasgredire norme civili, amministrative e penali". Lucano, sempre secondo l'accusa, avrebbe ammesso di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell'organizzazione di matrimoni "di comodo".
Quello che è successo in questi anni a Riace è stato oggetto di innumerevoli racconti di stampa. Tutto è ruotato intorno al progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), come scrive il Sole 24 Ore, «"ono stati utilizzati immobili abbandonati, costruiti tra agli anni ‘30 e ’60, recuperati con fondi dell’Unione europea e progetti della Regione Calabria. Attorno ai richiedenti sono nati anche posti di lavoro che hanno riqualificato il paese: botteghe artigiane e ristoranti hanno riaperto, sono stati avviati asili, scuole multilingue, orti biologici; le case sono state ristrutturate ed è stato rifatto, tra le altre cose, tutto l’impianto di illuminazione del paese".
In agosto Lucano, ricorda Huffington Post, "diventato un simbolo dell'accoglienza, per protesta contro i tagli e i ritardi nell'erogazione dei fondi del ministero destinati al Comune di Riace aveva iniziato lo sciopero della fame. Al suo fianco si era schierato pubblicamente lo scrittore Roberto Saviano, mentre contro si era più volte pronunciato il ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Andrò a visitare le città in Calabria che fanno gli interessi degli italiani e non il business dell'immigrazione. A Riace andrò, magari con un altro sindaco" aveva detto il vice premier leghista. Per la sua attivita', il primo cittadino fu inserito dalla rivista "Fortune" fra le 50 personalità più influenti nel mondo".