Era già qualche anno che il numero dei matrimoni civili in Italia stava minacciando quello dei religiosi ed alla fine è arrivato lo storico sorpasso. Nel 2018 oltre la metà delle nozze - secondo i dati Istat - è stata celebrata con il rito civile (50,1%, pari a 98.182 matrimoni). Una percentuale che è cresciuta sempre di più nel corso degli ultimi 50 anni: dal 2,3% del 1970, al 36,7% del 2008. Da un punto di vista geografico è al Nord che si è verificato un vero e proprio boom.
La percentuale dei matrimoni civili ha raggiunto, infatti, il 63,9% mentre al Sud si è fermata a meno della metà (30,4%). Sono celebrate prevalentemente con rito civile le seconde nozze e successive (94,6%) e i matrimoni con almeno uno sposo straniero (89,5%). Nell'ultimo decennio sono aumentate sia la quota dei matrimoni successivi al primo (dal 13,8% sul totale nel 2008 al 19,9% nel 2018), il che contribuisce al "sorpasso" delle cerimonie civili, sia quella dei matrimoni dove almeno uno degli sposi è straniero (dal 15% nel 2008 al 17,3% nel 2018).
Perché aumenta il rito civile
L'aumento del rito civile - sottolinea l'Istat - è quindi in parte spiegabile con l'aumento delle tipologie di matrimonio che vi fanno ricorso. Tuttavia, la scelta di celebrare il matrimonio con il rito civile si sta affermando rapidamente anche nei primi matrimoni (dal 27,9% del 2008 al 39,1% del 2018). Se si fa riferimento a quelli di sposi entrambi italiani, che costituiscono l'85,6% del totale, l'incidenza media del rito civile è del 31,3%. Anche in questo caso c'è una spiccata variabilità territoriale: da un minimo del 20% nel Mezzogiorno a percentuali pressoché doppie al Nord e al Centro (rispettivamente 41% e 38,2%).
Un altro aspetto è legato alla struttura per età degli sposi entrambi italiani: tra i giovani under 30 che si sposano per la prima volta si osserva un comportamento più 'tradizionale' rispetto a chi si sposa in età successive. La quota dei primi matrimoni celebrati con rito civile è, infatti, al 24,8% per i più giovani e al 37,8% per chi si sposa per la prima volta in età più matura. Per i più giovani, inoltre, la variabilità territoriale è più contenuta, pur restando evidente il gradiente Nord-Mezzogiorno (circa 27% contro 22,6% rispettivamente).
Per chi si sposa dai 30 anni in su il differenziale territoriale è ancora più marcato: si va dal 48,7% di prime nozze celebrate con rito civile al Nord, al 44,3% del Centro, rispetto al 21,6% del Mezzogiorno. Anche la scelta del regime patrimoniale di separazione dei beni è un fenomeno in rapida crescita. Nel 2008, l'incidenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni era pari al 62,7% e in soli 11 anni è arrivata al 72,9%.
Quanti matrimoni si sono celebrati in Italia
Complessivamente nel 2018 sono stati celebrati in Italia 195.778 matrimoni, circa 4.500 in più rispetto all'anno precedente (+2,3%). Ma prosegue la tendenza a sposarsi sempre più tardi: attualmente gli sposi al primo matrimonio hanno in media 33,7 anni e le spose 31,5 (rispettivamente 1,6 e 2,1 anni in più rispetto al 2008). Le seconde nozze, o successive, dopo una fase di crescita rilevata negli ultimi anni, dovuta anche all'introduzione del 'divorzio breve', rimangono stabili rispetto all'anno precedente.
La loro incidenza sul totale dei matrimoni raggiunge il 19,9%. In aumento anche i matrimoni in cui il primo Si' arriva a 65 anni o più. Sempre più spesso, infatti, il matrimonio viene celebrato a suggello di relazioni da tempo costituite: nel 2018 quelli in cui almeno uno sposo ha 65 anni o più costituiscono ancora una quota residuale del totale dei matrimoni - 3,4% quando è lo sposo ad avere più di 64 anni, 0,9% quando è la sposa - tuttavia tale proporzione è più che raddoppiata rispetto al 2008 sia per gli uomini sia per le donne (erano rispettivamente 1,4% e 0,4%).
Per quanto riguarda le unioni di coppie dello stesso sesso, nel 2018 sono state 2.808, con una prevalenza di coppie di uomini (64,2%) e del Nord-Ovest come ripartizione di costituzione delle unioni (37,2%).